Potrà
sembrare strano , ma le proteste in atto a Istanbul sono nate per un progetto
di cementificazione del Gezi Park ,secondo il quale è preventivato
l’abbattimento di 600 alberi a favore di un centro commerciale.
Proteste che vedono da una parte chi difende i beni
comuni (il verde) e dall’altra chi cerca di imporre l’interesse di pochi (il
centro commerciale). Una
battaglia che non ha a che fare solo con la tutela del verde, ma riguarda un
tipo di sviluppo e la tutela di tutti i beni comuni. Ancora una volta, ad agire
sono i giovani.
In
qualche modo una cosa simile sta accadendo nella nostra Città. Non mi riferisco
alle proteste, ma all’attacco continuo al bene comune “verde urbano”. Di certo,
non si è raggiunto, per il momento, il numero di abbattimenti su citato. Però,
se si dovesse continuare di questo passo, penso che lo supereremo a breve.
In
questi anni, assistiamo a continui abbattimenti (molti ingiustificati), senza
la sostituzione della pianta abbattuta e con la violazione del regolamento
vigente.
In
molti casi, si cementificano le aiuole, tipo “lupara bianca”, perdendo completamente la speranza che gli
alberi abbattuti possano essere sostituiti.
È
accaduto in Via Achille Grandi (per far spazio al mercato settimanale), accade
in diverse aiuole sparse qua e la per la Città, è accaduto anche in Via
Ferrucci, dove ci sono stati dei lavori di sistemazione dei marciapiedi (erano
stati promessi, per quella via, lavori di riqualificazione, con piste
ciclabili, verde,ecc…). Il tutto è accaduto alla luce del sole, senza che
nessuno dicesse nulla.
Eppure
abbiamo numerose associazioni ambientaliste iscritte all’albo comunale. Che
fine hanno fatto? E’ possibile che nessuno si sia accorto di tutto ciò? E su
più di 100.000 abitanti, è mai possibile che nessuno abbia visto e abbia detto
qualcosa? E i giovani dove sono?
Non
pretendo che ci siano proteste come a Istanbul, però un cenno d’ indignazione
di fronte a questo scempio sarebbe bastato.
Dopo
la primavera araba, adesso arrivano i Turchi giovani (dei giovani turchi del Pd
non ne parliamo proprio). E noi che aspettiamo?
Anche
questi piccoli gesti sono il sinonimo di una società malata che pensa di far
dei beni comuni quello che vuole.
Il
verde urbano non può più essere concepito come semplice arredo, altrimenti le
nostre città avranno sempre meno verde e più grigio. Dobbiamo evitare che ciò
accada, perché ne và di mezzo il nostro futuro e la nostra speranza di avere
città a misura d’uomo (anche a misura di bambino non sarebbe male).
Per
questo, diventa necessaria la convocazione del “LABORATORIO CITTADINO PER IL
VERDE” (inserito grazie a Sel durante l’approvazione delle modifiche al
regolamento esistente), mai convocato dall’Assessore al ramo (il regolamento
dispone: “viene convocato almeno una volta l’anno”).
Il
verde urbano non è cosa vostra, ma è un bene comune della Città e come tale
dev’essere gestito.
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