giovedì 6 giugno 2013

Verde urbano, da Istanbul ad Andria.

Potrà sembrare strano , ma le proteste in atto a Istanbul sono nate per un progetto di cementificazione del Gezi Park ,secondo il quale è preventivato l’abbattimento di 600 alberi a favore di un centro commerciale.

Proteste che vedono da una parte chi difende i beni comuni (il verde) e dall’altra chi cerca di imporre l’interesse di pochi (il centro commerciale). Una battaglia che non ha a che fare solo con la tutela del verde, ma riguarda un tipo di sviluppo e la tutela di tutti i beni comuni. Ancora una volta, ad agire sono i giovani.

In qualche modo una cosa simile sta accadendo nella nostra Città. Non mi riferisco alle proteste, ma all’attacco continuo al bene comune “verde urbano”. Di certo, non si è raggiunto, per il momento, il numero di abbattimenti su citato. Però, se si dovesse continuare di questo passo, penso che lo supereremo a breve.

In questi anni, assistiamo a continui abbattimenti (molti ingiustificati), senza la sostituzione della pianta abbattuta e con la violazione del regolamento vigente.

In molti casi, si cementificano le aiuole, tipo “lupara bianca”,  perdendo completamente la speranza che gli alberi abbattuti possano essere sostituiti.

È accaduto in Via Achille Grandi (per far spazio al mercato settimanale), accade in diverse aiuole sparse qua e la per la Città, è accaduto anche in Via Ferrucci, dove ci sono stati dei lavori di sistemazione dei marciapiedi (erano stati promessi, per quella via, lavori di riqualificazione, con piste ciclabili, verde,ecc…). Il tutto è accaduto alla luce del sole, senza che nessuno dicesse nulla.

Eppure abbiamo numerose associazioni ambientaliste iscritte all’albo comunale. Che fine hanno fatto? E’ possibile che nessuno si sia accorto di tutto ciò? E su più di 100.000 abitanti, è mai possibile che nessuno abbia visto e abbia detto qualcosa? E i giovani dove sono?

Non pretendo che ci siano proteste come a Istanbul, però un cenno d’ indignazione di fronte a questo scempio sarebbe bastato.

Dopo la primavera araba, adesso arrivano i Turchi giovani (dei giovani turchi del Pd non ne parliamo proprio). E noi che aspettiamo?

Anche questi piccoli gesti sono il sinonimo di una società malata che pensa di far dei beni comuni quello che vuole.

Il verde urbano non può più essere concepito come semplice arredo, altrimenti le nostre città avranno sempre meno verde e più grigio. Dobbiamo evitare che ciò accada, perché ne và di mezzo il nostro futuro e la nostra speranza di avere città a misura d’uomo (anche a misura di bambino non sarebbe male).

Per questo, diventa necessaria la convocazione del “LABORATORIO CITTADINO PER IL VERDE” (inserito grazie a Sel durante l’approvazione delle modifiche al regolamento esistente), mai convocato dall’Assessore al ramo (il regolamento dispone: “viene convocato almeno una volta l’anno”).


Il verde urbano non è cosa vostra, ma è un bene comune della Città e come tale dev’essere gestito.


Istanbul. Un muro di libri a Taksim Gezi Park, contro la polizia.




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