mercoledì 29 dicembre 2010

Sull'accordo di Mirafiori


Mentre centinaia di persone si apprestavano a festeggiare il Natale e a comprare gli ultimi regali, a Torino, ai lavoratori è stato regalato un bel PACCO, che quando sarà scartato, non porterà di certo gioia e felicità ma sacrifici e negazione di diritti.

Il 23 Dicembre, in quel di Mirafiori, un altro duro colpo, dopo Pomigliano, è stato inferto ai diritti dei lavoratori riconosciuti dalla Costituzione e dalla legge n.300 del 1970 (lo Statuto dei lavoratori).

Infatti, Fim, Uilm, Ugl e Fismic hanno firmato un accordo separato con l’ormai famoso “taglia diritti“ Marchionne. Un accordo che si potrebbe definire illiberale e antidemocratico, perché non si è tenuto conto del fatto che la Fiom, il sindacato dei metalmeccanici più rappresentativo e che sta vincendo in quasi tutte le fabbriche metal meccaniche in cui si rinnovano le RSU, non ha firmato tale accordo. L’importante è avere il supporto della maggioranza dei sindacati aziendali, anche se sono presenti solo in un’azienda. Per non parlare poi del ridicolo referendum aziendale, che si terrà a Gennaio, con il quale si chiede ai lavoratori di votare a favore dell’accordo, cioè di rinunciare ai propri diritti (voglio ricordare che qualsiasi diritto è materia INDISPONIBILE), pena la perdita del posto di lavoro. Un vero e proprio ricatto.

Non si vuole criticare solo il modo di sottoscrizione e di “approvazione” di tale accordo, quel che più spaventa è il contenuto, un taglio di diritti mai visto prima. Un vero e proprio ritorno al passato.

Cominciamo dal diritto sindacale. Tra le righe dell’accordo si evince che solo il sindacato che sottoscriverà tale accordo, potrà costituire delle Rsa aziendali, negando questo diritto ai sindacati non sottoscrittori. In poche parole vuol dire che, la RSU non sarà più scelta dai lavoratori attraverso l’elezione, ma sarà nominata direttamente dai sindacati firmatari, cioè riconosciuti dall’azienda. Un po’ come accadeva nel periodo fascista, col corporativismo, in cui era lo Stato che riconosceva la legittimità dei sindacati. Uno strappo costituzionale gravissimo perché si limita la libera scelta di associazione sindacale, così come statuito dall’art. 39 della Costituzione. Inoltre è previsto anche, che se un lavoratore o una lavoratrice sciopereranno, per dimostrare il proprio disappunto su quest’accordo, saranno licenziati, infischiandosene totalmente del diritto di sciopero riconosciuto dalla nostra Carta Costituzionale.

E’ prevista anche la riduzione delle pause, l’incremento degli straordinari, il non pagamento di alcuni giorni di malattia per chi si ammali subito prima o subito dopo un giorno di riposo o di ferie, ecc.La lista è lunga.

Non è tutto.

Adesso veniamo agli “investimenti” che sono previsti da quest’accordo. Ovvero, è previsto che a Mirafiori saranno costruiti Suv, cioè dei mezzi di trasporto poco ecosostenibili, che sono poco venduti in Italia e che sicuramente saranno venduti negli Usa trasformando Mirafiori in una grande piattaforma di distribuzione per la Chrysler. Ebbene, poiché nei periodi in crisi sarebbe più corretto investire in innovazione, ricerca, ecc, e siccome l’idea di mobilità sta cambiando, perché, per esempio, il buon Marchionne, invece di produrre Suv, non realizza mezzi per la mobilità sostenibile? Perché la FIAT deve guardare sempre al passato e non al futuro? Perché non intraprendere la strada dell’innovazione? È vero, investire sul nuovo è rischioso, ma è molto più remunerativo di investire sul vecchio.

Quello che in tutta questa vicenda preoccupa, è l’azione di killer aggio che è stata attuata nei confronti della CONTRATTAZIONE COLLETTIVA NAZIONALE. Con l’accordo di Pomigliano prima, quello di Mirafiori poi, e l’uscita da Confindustria, Marchionne farà da apripista ad altre aziende italiane, nell’instaurazione di un modello di contrattazione aziendalista e neocorporativo, alternativo alla contrattazione nazionale.

Insomma, ancora una volta, i lavoratori e le lavoratrici nonostante l’opera di macelleria sociale di Tremonti, nonostante siano gli unici che stanno pagando effettivamente la crisi, vedranno, sotto ricatto, peggiorare le proprie condizioni di lavoro, senza poter dire una parola.

Per questo motivo mi sento di sostenere la battaglia che la Fiom e la Cgil stanno conducendo, accanto ai lavoratori e alle lavoratrice, e mi sento di dire: “chi non è con la Fiom,è contro i lavoratori e le lavoratrici”.



Michele Lorusso





F.to Michele Lorusso

Direttivo SEL – Andria (Bt)

martedì 21 dicembre 2010

Natale 2010


Condividi il Natale” è il titolo che l’Amministrazione comunale ha assegnato al programma delle iniziative che si terranno durante il periodo natalizio.

Durante la presentazione del suddetto programma è stato detto: ” Quest'anno il Natale avrà le caratteristiche della più grande sobrietà e sarà, ancor più, occasione per stare accanto ai più deboli." "E’ questa la scelta dell’assessorato alla Cultura del Comune di Andria."

Ebbene, come al solito, alle parole che fanno presa sulla gente, soprattutto quando si parla di  stare accanto ai più deboli, non seguono i fatti.

Sarebbe stato corretto da parte dell’Amministrazione, per una questione TRASPARENZA, far conoscere alla cittadinanza i costi di questo programma natalizio. Ma niente.

Siccome pensiamo che la gestione della cosa pubblica debba essere condotta seguendo come stella polare il principio della TRASPARENZA, sopperiamo noi alle mancanze dell’Amministrazione, illustrando quelli che sono i costi del programma natalizio.

Cominciamo con il presepe di Piazza Catuma.

Con Determinazione dirigenziale n. 2935 del 7 dicembre 2010 è stata impegnata, la somma di € 20.000,00 compresa iva, per la realizzazione del Presepe artistico in P.zza Catuma, con esposizione al pubblico dal 4/12/2010 al 6/01/2011.

Quindi, visti i costi sostenuti, possiamo dire che il nostro presepe non rispecchia la povertà e l’ambiente in cui Gesù è nato, piuttosto denota un certo grado di benessere sia della famiglia del nascituro che del contesto territoriale. Forse nessuno si è accorto che il presepe è stato montato su una base di cemento e questo comporterà, una volta smontato, la rimozione della base di cemento e il rifacimento della pavimentazione. Quindi, chi si accollerà il costo di tutto ciò? Logicamente sarà a carico del bilancio comunale e quindi ai 20.000euro dobbiamo aggiungere anche questo ulteriore costo. Per di più non sarebbe stato meglio far ideare il presepe ad un cittadino andriese, abbassandone il suo costo e contemporaneamente offrendo la possibilità alle risorse umane, che il nostro territorio possiede, di farlo?

Inoltre, nel programma delle festività natalizie, è stata inserita la sezione Strade in Festa che prevede la presenza di giocolieri,mangiafuoco,ecc… per soli 3 giorni, ovvero Domenica 19, Giovedì 23 e Venerdì 24 Dicembre. Anche questo avrà un costo. Infatti, con determinazione dirigenziale n.3034 del 9 dicembre 2010 è stata impegnata, la somma di € 12.000,00 iva compresa, “per la realizzazione degli spettacoli di strada, da effettuare in occasione del Natale 2010”. Ma era proprio necessario spendere 12.000 euro per soli tre giorni, quando ci sono nella Città di Andria associazioni e non imprese che avrebbero garantito la presenza dei giocolieri per più giorni ed a un costo minore?

Queste sono solo alcune delle voci di spesa che l’unico detentore delle chiavi del forziere della Città di Andria, ha deciso di spendere per questo Natale.

Alla faccia della sobrietà e del stare vicino ai più poveri.

Ci sembra davvero scorretto poi, che l’Amministrazione, come al solito,si prenda il merito di tutte quelle iniziative, che davvero in maniera gratuita e volontaria, allieteranno il Natale dei  più sfortunati.

Di certo non è nelle nostre intenzioni strumentalizzare un così importante momento di vita sociale della cittadinanza andriese, ma davvero ci si chiede il perché di questa scelta così eccessiva per un evento che dovrebbe esprimere semplicità e amore.

Noi non condividiamo questo tipo di Natale.

Michele Lorusso SEL Andria

domenica 5 dicembre 2010

Alcune domande all'Assessore alla Pubblica Istruzione


Nonostante la campagna elettorale sia finita da tempo, il centro-destra, lancia in resta, continua ancora a mentire, forse memore dei consigli del Machiavelli, che esortava il Principe ad usare le menzogne come arma di persuasione del popolo.

Noi proviamo un certo disagio, soprattutto quando si attribuiscono colpe al passato e si dimentica tutto quello che è stato ereditato di positivo.

Peraltro, riteniamo che non sia responsabile, da parte di amministratori pubblici, offendere così gravemente l’intelligenza dei cittadini, mistificando la realtà per giustificare le proprie omissioni.

Vogliamo, quindi, fare chiarezza almeno su un punto, confidando nella sensibilità democratica dell’assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Andria.

Lo facciamo ponendo tre semplici domande, strumento antichissimo con cui il popolo si rivolge ai suoi governanti.

1)      Come mai non vengono ancora concessi alle famiglie i buoni per l’acquisto dei libri di testo ?

2)      Si tratta di fondi a destinazione vincolata che la Regione concede ai Comuni ?

3)      E’ vero che sono stati convocati i titolari di cartolibreria presso il Comune di Andria per invitarli a giustificare il ritardo, nei confronti delle famiglie, con la falsa motivazione dei “debiti lasciati dalla sinistra” ?

Aspettiamo fiduciosi una risposta. Grazie !



Ps: sabato pomeriggio dalle 17:00 alle 20:00 SEL sarà in Viale Crispi per la raccolta firme a per il progetto di legge di iniziativa popolare “sviluppo dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili per la salvaguardia del clima”



                                                                        F.to Michele Lorusso coordinamento cittadino di  SEL