mercoledì 28 dicembre 2011

830 Sindaci vietano i botti di capodanno. Giorgino che farà?


Mancano pochi giorni alla notte di San Silvestro e molti, come da tradizione, “accorrono” ad acquistare i botti per dare il benvenuto al nuovo anno.

È cosa risaputa che i botti oltre a essere pericolosi per chi li fa brillare, arrecano disturbo e danneggiano le persone anziane, i cardiopatici, gli animali (vale la pena ricordare che provocano ogni anno la morte di 5000 animali tra i quali oltre 500 cani e altrettanti gatti oltre a uccellini, ecc…) e anche l’ambiente. Infatti, in questi giorni il CODACONS a Milano, ha chiesto di vietare i botti perché fanno aumentare il valore delle polveri sottili nell’aria, suggerimento che è stato accolto dal Sindaco Pisapia, il quale ha emanato un’ordinanza per vietarli.

Oltre a Pisapia, a oggi 830 comuni italiani hanno emesso ordinanze per vietare totalmente o parzialmente l’utilizzo dei botti. Anche il Sindaco di Bari, Michele Emiliano, su Facebook, ha sostenuto che “a furor di popolo (qui sono decine e decine le sollecitazioni) ho deciso di adottare l'ordinanza che vieta i botti di Capodanno al fine di tutelare la sicurezza delle persone e di altri esseri viventi. Domattina firmerò il provvedimento. E' chiaro che si tratta di un inizio e che i risultati probabilmente non saranno decisivi. Ma è evidente che Bari deve e può fare quest’ ulteriore salto di civiltà“.

Bene hanno fatto Pisapia, Emiliano e gli altri Sindaci che hanno vietato questa tradizione abbastanza infantile, che porta solo danni e che potrebbe essere sostituita con festeggiamenti meno “esplosivi”.

Il Sindaco di Andria, Nicola Giorgino, ha intenzione di accodarsi ai circa 830 Sindaci che hanno vietato i botti di capodanno?

Speriamo di sì.

Michele Lorusso
Co-coordinatore Sinistra Ecologia Libertà Andria




venerdì 23 dicembre 2011

Intervista sul Forum Città di Giovani su Teledehon

La mia intervista sul Forum Città di Giovani (dal minuto 11:14)

martedì 20 dicembre 2011

Sul forum Città di Giovani

Dopo aver appreso dalla stampa della convocazione per il 29 dicembre prossimo, alle ore 15.30, dell’assemblea del FORUM CITTA’ DI GIOVANI, da parte del commissario,Dott. Civita Flavio, non nascondiamo una certa soddisfazione per la ripresa dei lavori, voluta non solo dall’Assessore ma anche da alcuni componenti della quarta commissione (Inchingolo, Porziotta), di quello che riteniamo uno strumento e uno spazio fondamentale per i giovani andriesi.Soddisfazione sì per un contenitore di giovani idee che finalmente possa esprimere e rappresentare la voglia di partecipazione alla vita “amministrativa” della propria Città.Prima della partecipazione, c’è il vincolo al rispetto dello statuto che in questo caso è stato eluso perché non c’è un lasso di tempo pari a 24 ore tra la prima e seconda convocazione dell’Assemblea (così come previsto dallo Statuto all’Art. 10 : “la seconda convocazione deve aver luogo almeno 24 ore dopo la prima”) in quanto per il 29 Dicembre è prevista la prima convocazione alle 15,30 e la seconda alle 16,30. L’assemblea del 29, quindi, non potrà procedere all’elezione degli organi direttivi perché invalida. Per questo motivo chiediamo al commissario, di sfruttare tale data per un’assemblea pubblica dove rendere pubblico e trasparente il percorso che s’ intende seguire e condividere tale decisione con l’Assemblea del forum, come da nostra proposta fatta qualche settimana addietro alla quale non è stata data nessuna risposta.Bisognerà quindi (ri)convocare l’Assemblea per le elezioni ad altra data che sarà l’Assemblea a decidere, però nel frattempo, proprio perché ci si appresta ad un nuovo inizio, a 2 anni dalla nascita del FORUM, e dopo 2 anni di sospensione, chiediamo che vengano attivati tutti gli strumenti necessari per permettere a una grande fetta di giovani di conoscere il Forum per una partecipazione costante e cosciente allo stesso, avendo come obiettivo principale non solo la partecipazione all’Assemblea elettiva ma la partecipazione costante allo stesso per permettere ai giovani di riappropriarsi di alcuni spazi che gli appartengono.

Alberi di Natale


Natale è arrivato e per festeggiare questa ricorrenza molti di noi addobbano l’albero di Natale. Puoi trovarlo negli esercizi commerciali, nelle abitazioni private ma anche per strada. Durante questo periodo, numerosi sono gli appelli degli ambientalisti che invitano la gente a utilizzare pini finti, perché questo potrebbe essere riutilizzato per gli anni successivi e soprattutto perché si evita l’abbandono considerevole di pini veri che molti, finite le festività, non sanno dove mettere. L’Amministrazione comunale, che ormai sembra praticare l’ecologia della Domenica o della festività, ha pensato bene di piantare pini veri (in vasi collocati su Via Regina Margherita, Viale Crispi e Corso Cavour) addobbati con palle di carta che ricordano i 150 anni dell’Unità d’Italia. Mi vien da chiedere: tali pini rimarranno per tutto l’anno o saranno rimossi non appena finiscono le festività natalizie? E se saranno rimossi che fine faranno? Saranno ripiantati da qualche altra parte o andranno a finire nella frazione organica della raccolta differenziata? L’auspicio è che l’Amministrazione assuma l’impegno a ripiantare questi alberi, sottraendoli al triste destino loro riservato.

lunedì 19 dicembre 2011

Impianti pubblicitari abusivi


Più i giorni passano e più nella nostra Città si verifica uno strano fenomeno. Niente di paranormale, ma è tutto reale. Passeggiando per le strade della nostra Città, ci accorgiamo che quotidianamente spunta un nuovo impianto pubblicitario, che può andare dal piccolo totem al grande manifesto 6x3. In alcune zone, si è addirittura verificato che per ogni albero in meno, c’è un impianto pubblicitario in più.

Per questo pensiamo, che in Città il fenomeno degli impianti selvaggi sia poco controllato e stia sfuggendo di controllo all’Amministrazione comunale, che su questa problematica non proferisce parola.

Andria è dotata di un piano generale degli impianti pubblicitari e delle affissioni pubbliche, approvato con delibera di Consiglio Comunale n. 90 del 20.12.2005 e per verificare che gli impianti si stessero diffondendo secondo le disposizioni del regolamento, bisogna fare fede a questo piano.

Subito ci accorgiamo che ci sono delle incongruenze tra le disposizioni del piano e quello che vediamo in giro per strada, perché nel programma delle affissioni (allegato al piano) non troviamo molti degli impianti pubblicitari installati.

Oltre all’assenza di molti impianti dal piano, notiamo che molti di questi non sono muniti dell’apposita targhetta metallica indicante gli estremi dell’autorizzazione, così come previsto dall’art. 6. L’apposizione della targhetta è un obbligo del titolare dell’impianto e la mancata apposizione rappresenta un inadempimento degli obblighi del titolare che comporta l’annullamento dell’autorizzazione (Art.5 comma 2) con la conseguente rimozione dell’impianto. Come mai questi impianti continuano a sussistere sul territorio cittadino e i titolari continuano a percepire profitti nonostante gli impianti siano abusivi? È possibile che la Polizia municipale e l’Ufficio tecnico non si accorgano di tali inadempienze?

Poi ci accorgiamo anche che molti impianti sono stati posizionati, contravvenendo a quelle che sono le disposizioni del Codice della Strada e le stesse norme del regolamento che obbligano i titolari a installare gli impianti in allineamento con gli impianti della pubblica illuminazione e in modo che questi non costituiscano intralcio alla circolazione di persone invalide o con ridotta capacità motoria. La sanzione prevista per il mancato rispetto delle norme riguardanti l’ubicazione è la rimozione dell’impianto, però anche in questo caso non accade nulla. Come mai gli organi preposti al controllo non si accorgono di queste situazioni per niente rispettose della legge e che molte volte obbligano i diversamente abili a dover scendere dai marciapiedi e continuare il proprio percorso per strada?

Continuando la nostra piccola “indagine”, tra le categorie di mezzi pubblicitari temporanei autorizzabili, ci sono i cartelli temporanei e i totem che “potranno essere collocati lungo i marciapiedi pubblici di larghezza non inferiore a m.2,50 o nelle aree private di pertinenza dell’attività; non devono costituire intralcio o impedimento alla circolazione dei pedoni e delle persone con ridotta capacità motoria e devono essere posizionati in modo tale che la parte di marciapiede libera da manufatti sia di larghezza non inferiore a m.1,50.L’esposizione di tali mezzi pubblicitari è autorizzabile in quantità non superiore a tre di essi per la manifestazione a cui si riferiscono, unicamente durante il periodo di svolgimento della stessa, oltreché durante la settimana precedente e le ventiquattr’ore successive, comunque per un massimo di quindici giorni complessivi”. (Art. 9). L’installazione è “consentita per finalità volte “alla pubblicizzazione di manifestazioni artistiche, culturali, sportive, politiche e ricreative patrocinate da Enti pubblici, morali, Associazioni culturali, sportive, politiche e ricreative, nonché alla pubblicizzazione di manifestazioni commerciali (Art.9). I totem che da qualche tempo invadono la nostra Città, in misura superiore a quelli autorizzabili, di certo non pubblicizzano alcuna delle manifestazioni pocanzi descritte. Come mai, tali totem che sono stati posizionati con eclatante contravvenzione delle norme regolamentari, non sono rimossi?

Inoltre, se tali impianti sono abusivi, i proprietari non sono in regola con le dovute tasse e per questo si va a danneggiare l’impresa che è in regola e che in questo momento fa enormi sforzi per sopravvivere.


Il silenzio, da parte di tutti, su questo argomento è davvero preoccupante e a pensar male, potremmo dire che è un “silenzio connivente” che nella nostra Città sta prendendo sempre più piede.

È necessario ripristinare il rispetto della legalità sulla questione degli impianti pubblicitari perché la situazione sta diventando davvero insostenibile (in tutti i sensi).

Siamo ormai sotto Natale e vogliamo che l’Amministrazione faccia un bel regalo alla Città, chiediamo che assuma PUBBLICAMENTE l’impegno a ripristinare la legalità e a elaborare un vero e proprio piano di rimozione degli impianti abusivi.



f.to I coordinatori di Sinistra Ecologia Libertà - Andria

             Michele Lorusso

lunedì 12 dicembre 2011

Sul nuovo ospedale


Due conferenze dei Sindaci della Bat, tenutesi rispettivamente il 21 settembre e il 14 Novembre, hanno deciso di non decidere, sull’ubicazione del nuovo ospedale che deve sorgere in agro di Andria.

Alla vigilia della prima conferenza, come partiti di opposizione, sollecitavamo la conferenza dei Sindaci ad assumere una decisione in merito, perché “Una classe dirigente seria deve assumersi le proprie responsabilità per governare le vicende del territorio”.  A nulla è servito il nostro appello, poiché c’è stata un’altra conferenza che è terminata con una fumata nera.

Perché la conferenza dei Sindaci non riesce a trovare la quadra sull’ubicazione del nuovo ospedale, nonostante la stessa è a maggioranza di centrodestra?

Secondo noi, la decisione non è stata assunta per due motivi. Il primo sono le elezioni amministrative del 2012 che interesseranno le Città di Canosa e di Trani e quindi non si decide perché si temono le ricadute, in termini di consenso, che una decisione avrebbe potuto provocare. Il secondo motivo, è dettato sempre da ragioni politiche (con la p minuscola), dovute alle spaccature interne al centrodestra cittadino (che vede schierati su fronti opposti le due massime cariche cittadine) e provinciale. Ancora una volta, si sta giocando una lotta politica sulla pelle e sulla salute delle persone che, a causa del continuo rinvio, potrebbe veder svanire la possibilità di aver un nuovo ospedale perché si perderebbero i fondi a ciò destinati.

Le diatribe interne non ci interessano e pensiamo che sia davvero desolante che ci si stia attardando sulla decisione solo per questioni politiche di basso borgo.

Siccome riteniamo rappresentare una classe dirigente seria e responsabile, vogliamo rendere pubblica la nostra posizione. Non possiamo e non dobbiamo perdere questo treno, che rappresenta una vera e propria possibilità di crescita e di miglioramento dei servizi sanitari per il nostro territorio.

Secondo noi, il primo criterio da seguire deve essere quello dell’ individuazione di un’area di proprietà pubblica. Scelta dettata dal fatto che in periodi di magra, come quello che stiamo attraversando, non possiamo permetterci di sperperare danaro pubblico per gli espropri e inoltre non dobbiamo porgere il fianco a chi potrebbe speculare sulla compravendita dei suoli.

Se le eventuali aree pubbliche fossero interessate da condizionamenti oggettivi devono essere dimostrate le soluzioni possibili per la loro mitigazione, affinchè sia ben chiaro a tutti il rapporto costro-benefici.

Se, in ultimo, dalla precedente valutazione si dovesse evincere con estrema chiarezza l’impossibilità (a vario titolo) di poter ricorrere a qualsivoglia area pubblica, si dovrà procedere all’individuazione di suoli privati che non siamo sottoposti ad alcun vincolo, la cui individuazione dovrà avvenire mediante avviso pubblico.   A tal proposito, ci é giunta voce che sarebbero state già individuate 2 possibili aree private,senza vincoli, compatibili con l'estensione necessaria e la centralità rispetto ai comuni di Andria(il più vicino in entrambe)ed i comuni di Corato-Trani e Canosa di Puglia. Se questo corrisponde a verità, il Sindaco e la conferenza dei Sindaci, cosa o chi aspettano per rendere pubbliche tali proposte?

Il secondo criterio, riguarda il bacino di utenza che l’ospedale dovrebbe servire. Poiché l’ospedale previsto dovrebbe avere una capienza di 350/400 posti letto, il bacino di utenza da prendere in considerazione è costituito da circa 250.000 persone. Tale bacino deve considerare la popolazione non solo della Bat, ma anche di province limitrofe, perché la programmazione dei nuovi ospedali è avvenuta a livello regionale e tale programmazione tiene conto non dei limiti territoriali delle singole asl o province, ma tiene in considerazione il numero di abitanti e la vocazione del presidio ospedaliero. Quello in questione dovrebbe essere polo dell’urgenza- emergenza.

Altro criterio da tenere in considerazione, è la facilità di raggiungimento da parte dell’utente e dei mezzi di soccorso. Prima di parlare di “facilità di raggiungimento”, è necessario un vero e proprio cambiamento culturale del modo di concepire quelle che devono essere le funzioni assolte dall’ospedale. È necessario che si diffonda la cultura della deospedalizzazione, che consideri l’ospedale come extrema ratio. La maggior parte delle funzioni che oggi sono svolte dall’ospedale, devono essere assolte da una capillare rete di strutture territoriali (le cosiddette case della salute).L’attuale ospedale Bonomo, per il quale esiste il vincolo di donazione da parte della famiglia Bonomo per il padiglione ex-Pediatria primo nucleo di costruzione, dovrà svolgere proprio questa funzione, cioè dovrà dare risposta alle necessità di diagnosi e cura, eccetto le urgenze. Quindi, portare l’ospedale fuori dal centro cittadino, non significa che l’utente per un semplice prelievo o per una radiografia deve recarsi presso il nuovo ospedale, ma continuerà a recarsi presso l’attuale struttura ospedaliera (di cui bisognerà conservare l’attuale parte dedicata ai servizi, Radiologia, Laboratorio di analisi, ecc…) che con gli specialisti ambulatoriali e una maggiore integrazione con i medici di famiglia, servirà a offrire migliori servizi territoriali di base, con una conseguente riduzione dei tempi di attesa. Per l’andriese che avrà necessità di raggiungere l’ospedale per le urgenze, non cambierà nulla, perché ci sarà la postazione del 118, locata nella stessa struttura, che provvederà a trasferire l’utente.

È arrivato il momento di decidere, sia perché rischiamo di perdere i fondi necessari per il nuovo ospedale, sia perché rimandando ulteriormente la decisione, i 56 mesi (dalla data di individuazione dell’area) che dovranno decorrere, nella ipotesi più veloce, per vedere realizzato il nuovo ospedale, non partiranno mai.

È necessario un atto di responsabilità da parte della Conferenza dei Sindaci, che speriamo possa assumere una decisione definitiva nel minor tempo possibile, da indirizzare alla Regione e alla Asl Bat.



f.to I coordinatori di Sinistra Ecologia Libertà - Andria

             Michele Lorusso


venerdì 9 dicembre 2011

Assestamento bilancio 2011


Mentre Monti taglia la rappresentanza democratica nelle Istituzioni provinciali, nella Città di Andria, si potrebbe pensare di eliminare completamente il Consiglio comunale e procedere con la sola Giunta, come ormai da circa 20 mesi fa l’Amministrazione Giorgino. La “inutilità” del Consiglio si è manifestata l’ultima volta, con l’approvazione dell’assestamento di bilancio. Strumento questo che è abusato dall’attuale Giunta, che, di fatto, si sostituisce al Consiglio, perché a quest’ultimo viene chiesto solo di  ratificare la delibera di assestamento, senza alcuna possibilità di discussione della stessa. Un modus operandi che forse è utilizzato perché, viste le rotture interne, è più facile mettere d’accordo dieci teste che non ventisette.

L’assessore De Feo, subito dopo l’approvazione dell’assestamento ha dichiarato: “la spesa sociale verrà rimpinguata di ulteriori 665.000 euro appostati per il fitto casa annualità 2011. Su questo stesso fronte si registrano anche i 121.000 euro dello stanziamento regionale utile alla terza annualità della Prima Dote e gli altri 250.000 euro destinati al fondo globale socio-assistenziale per il Piano Sociale di Zona 2011-2012”, avremmo preferito che l’Assessore specificasse che i 250.000,00 euro e i 665.000,00 sono sempre fondi che sono trasferiti dalla Regione al Comune. Questo dimostra che l’Amministrazione non ha appostato nessuna importante cifra per il settore sociale, anzi ha tagliato 90.000,00 euro per il personali degli asili nido, scuole materne, ecc… e c’è stata una riduzione di 2.500,00 del contributo provinciale per il trasporto dei disabili delle scuole superiori. Per restare in tema di scuola, l’Amministrazione si è concessa il lusso di appostare 40.000 euro per il protocollo d'intesa destinato a rendere possibile l'insediamento, nella Bat, dell’Università 'Jean Monnet'. Era proprio necessario stanziare tale cifra per un’università privata, quando nella nostra Città molte scuole pubbliche sono in condizioni precarie? Questo dimostra, ancora una volta, che è in atto un processo di demolizione della scuola pubblica a vantaggio di quella privata.

A questi incrementi, resi possibili dai trasferimenti della Regione, sono state sottratte circa 58.000,00 euro per l’acquisto di materie prime per la Polizia Municipale e 65.000,00 euro di trasferimenti allo Stadio degli Ulivi, Palazzetto e altri impianti.

Ovviamente a fronte di questi “tagli” ci sono stati incrementi in diversi settori. In primis, siccome l’Amministrazione è molto attenta alla promozione della cultura (dell’intrattenimento) nella nostra Città, c’è stato un aumento di contributi di 150.000,00 euro e 69.000,000 euro per i servizi. Poi c’è stato un incremento di 31.000,00 euro per prestazioni di servizi al settore “urbanistica” e poi c’è stata una svista agli incarichi professionali esterni dell’ufficio tecnico, perché prima è prevista una variazione in diminuzione di 70.000,00 euro, poi una variazione in aumento di 70.000,00 euro.

Se la spesa sociale nella nostra Città è aumentata, caro Sindaco e caro Assessore, di certo non è grazie agli sforzi fatti dalla vostra Amministrazione, ma è grazie alla Regione che continua, anche in periodi di crisi, a investire ingenti somme in questo capitolo di spesa.

Infine, per quanto riguarda il tema della partecipazione, invitiamo il Sindaco a essere più coerente, perché abbiamo notato che, quando è in pubblico, indossa le vesti di una persona aperta al dialogo e favorevolissima alla partecipazione, invece quando è nel Palazzo, si dimentica delle parole dette fuori adottando comportamenti che cozzano con la partecipazione. L’esautorazione dei poteri del Consiglio, ne è la dimostrazione.



f.to I coordinatori di Sinistra Ecologia Libertà - Andria

             Michele Lorusso