Venerdì
19 Novembre Andria diventava Città e per questa ricorrenza, a parte l’addobbo a
festa della Casa del Popolo, con annesse hostess (com’è classico fare di una
certa parte politica), a consegnare il titolo di Città è sceso da quel di Roma
il Ministro per gli Affari Pugliesi, Raffaele Fitto.
Proprio
nello stesso giorno, circolava la notizia che il suddetto Ministro, nel
praticare lo sport di impugnare leggi della Regione Puglia, ha impugnato
dinnanzi alla Consulta anche gli «adempimenti» con i quali l’amministrazione
guidata da Nichi Vendola intendeva adeguarsi alle direttive richieste da
Palazzo Chigi per la sottoscrizione del piano . La prima, predisposta dall’assessore al Bilancio Michele
Pelillo, riguarda le coperture previste dal Bilancio autonomo per il triennio
di vigenza del piano dei tagli; la seconda, invece, «congela» le
internalizzazioni. Come dire, un Ministro Pugliese, che dice di amare tanto la
sua regione e i pugliesi,sta facendo di tutto per far commissariare la Sanità
pugliese, solo per screzi politici con l’attuale Giunta regionale.
A parte questa breve digressione, vogliamo raccontarvi quello che
è accaduto nel pomeriggio del 19 Novembre. Alcuni di noi, dopo aver letto la
notizia sopra accennata, e dopo essersi ricordati della venuta di Fitto ad
Andria, hanno pensato di distribuire un volantino per informare i cittadini di
quello che Fitto stesse regalando alla nostra regione.
Armati di tanta buona volontà e di un centinaio di volantini, e
pensando di essere in una delle cosiddette “democrazie occidentali” in cui è
possibile esprimere liberamente il proprio pensiero, abbiamo cominciato la
nostra attività di proselitismo, sotto Palazzo di Città. Ebbene, dopo aver
distribuito qualche volantino, siamo subito stati fermati dagli agenti della
Ps, che dopo aver visionato il contenuto del volantino, ci hanno invitato,
perché senza autorizzazione, ad andare a distribuire volantini su Via Bovio. Siccome
non era nelle nostre intenzioni rovinare la cerimonia che doveva APPARIRE
perfetta, ci siamo allontanati dubbiosi e con un interrogativo: come mai sotto
Palazzo di Città è necessaria l’autorizzazione e invece in Via Bovio non è
necessaria?
Non è tutto.
Dopo aver assistito alla “militarizzazione” (eccessiva per un
rappresentante del “Popolo”, normale per chi ha paura del malcontento del
“Popolo”) della zona sottostante Palazzo di Città, con transenne e un
dispiegamento di forze dell’ordine inaudito, abbiamo chiesto ai due Vigili
Urbani, che piantonavano la scala di accesso al municipio, di assistere alla
cerimonia e ci è stato impedito perché “la sala è piena”, mentre altri salivano
perché accompagnati da “rappresentanti” istituzionali e non. Sembrava più una
festa per pochi invitati che non per la Cittadinanza, come diceva il manifesto.
Dopo aver atteso che qualcuno scendesse, siamo entrati nell’aula
consiliare.
Mentre noi, rispettosi delle Istituzioni presenti in aula,
ascoltavamo in silenzio le parole del Ministro, qualche anziano ha avuto da
ridire ad alta voce e la colpa di ciò è stata attribuita a noi, dagli agenti
della Ps che ormai ci controllavano a vista. Così ci hanno “invitati” a tacere
e per intimorirci ci hanno piazzato due agenti dietro, che sono stati in nostra
compagnia per quegli ultimi minuti che restavano della cerimonia, come se fossimo
dei sovversivi.
Terminando, pensiamo che il comportamento delle forze dell’ordine,
a cui va il nostro ringraziamento per l’attività che svolgono giornalmente, sia
stato condizionato da quel clima di tensione,tipico del più becero berlusconismo,
che l’Amministrazione comunale ha creato, per ingigantire l’evento.
Abbiamo
sentito sulla nostra pelle il disagio di chi è limitato nella sua libertà di
partecipazione civile.
Se
questi sono i presupposti della nascita della Città, preferivamo restare un
Comune.
F.to Michele Lorusso SEL Andria