Legambiente ha prodotto e pubblicato il proprio rapporto
sugli impianti di depurazione presenti in Puglia e dopo aver preso visione
dello stesso, proviamo a fare alcune considerazioni.
Nel dossier sono
riportati i dati Arpa relativi al 2012 che certificano che “su 171 depuratori controllati, 52 sono
risultati non conformi per almeno un parametro previsto dalla legge. La
situazione più critica è nella BAT, dove i depuratori delle cittadine che danno
il nome alla provincia sono risultati non conformi e in totale sono 7, sui 10
controllati, a non rispettare i limiti di legge.” Continuando si legge: “Anche i controlli dell’Acquedotto pugliese,
l’ente gestore di 185 impianti (praticamente tutti) sul territorio regionale,
indicano come dei 7.137 campionamenti eseguiti sempre nel 2012, in ingresso e
in uscita dagli impianti, il 12% risulta non conforme. La causa di queste
anomalie spesso è attribuibile anche all’ingresso negli impianti di reflui
particolari (scarti dell’industria casearia o olearia, industriali o un apporto
eccessivo di acque di pioggia spesso legate alla incapacità dei tessuti urbani
di drenare l’acqua). Un problema che riguarda il 39% degli impianti a livello
regionale secondo i dati a disposizione dell’Acquedotto pugliese, ma che in
alcune regioni arriva ad oltre l’80%, come nel caso dei depuratori della BAT.”
Un dato allarmante che
avrebbe dovuto da subito allertare i nostri amministratori e farli agire
immediatamente, così come ha fatto la Sindaca di Molfetta, che si è autodenunciata
alle autorità per il malfunzionamento del depuratore della sua Città.
Invece, ad Andria,
nessuno ne parla, nonostante gli impegni assunti puntualmente e pubblicamente
per azioni di prevenzione da mettere in atto. Atteggiamento, al quale l'Amministrazione
di centrodestra ci ha ormai abituati da tempo.
Il dossier di
Legambiente, oltre a essere un documento per la denuncia, propone alcune azioni
prioritarie per uscire dall’emergenza ambientale che riguarda il trattamento
degli scarichi. Si chiede “ai Sindaci farsi garanti degli interventi necessari
per mettere in efficienza il sistema e risolvere definitivamente il problema
della depurazione. I Sindaci delle città e dei piccoli centri pugliesi, sulla
costa come nell’entroterra, devono essere promotori e protagonisti di una
stretta collaborazione con i tecnici dell’Arpa, per avviare da subito un
monitoraggio capillare degli impianti, verificandone le criticità, il deficit
di funzionamento e individuando le misure necessarie al ripristino della completa
funzionalità”.
L'auspicio è che il
nostro Sindaco si muova in tempi celeri e che non debba essere, ancora una
volta, la Magistratura (che già sta indagando proprio sul depuratore andriese
per la presenza oltre i valori limiti previsti dalla legge, di escherichia coli
Vtec026, Il batterio è alla base dell'infezione in 16 pazienti della Sindrome
emolitico uremica(Seu)) ad intervenire laddove sussista l'immobilismo e a dover
far fronte a questa problematica che riguarda la salute di tutte e tutti noi.
(Gazzetta del Mezzogiorno del 18 Settembre 2013) |