giovedì 22 luglio 2010

"Festa" del 9 Novembre

Ieri la maggioranza in Consiglio Comunale, su proposta del Pdl, ha votato un ordine del giorno che per quanto ci riguarda è un vero e proprio atto d’imposizione alla cittadinanza di una festa che non appartiene alla nostra storia e soprattutto non avvertita dalla nostra coscienza popolare (proprio per questo motivo la festa della giornata delle libertà è stata imposta con una legge dello Stato). È una festa imposta ai dirigenti scolastici delle scuole di competenza comunale, perché questi sono liberi (così come predisposto dalla legge) di attivare tutte le procedure necessarie per festeggiare questa ricorrenza. È una festa imposta anche perché non sentita dalla coscienza popolare, la quale ha già una giornata della Liberazione, che è quella del 25 Aprile, in cui si ricorda il sacrificio di tutti quegli uomini e di tutte quelle donne che hanno sacrificato la propria vita per liberare l’Italia dallo spettro del totalitarismo fascista. Festa, quella del 25 Aprile cui sono intitolati molti monumenti e vie, e che è celebrata ogni anno in tutte le Città italiane senza necessità di atti d’imperio da parte dei consigli comunali. L’approvazione di quest’odg mostra una certa dicotomia di questa maggioranza che da un lato vuole ricordare la giornata della libertà, dall’altro tende a non ricordare quei muri invisibili che giorno dopo giorno, mattone su mattone, vengono eretti dal Governo centrale. E quando parlo di muri invisibili, mi riferisco a quelli eretti contro gli immigrati che si lasciano morire in mare; a quelli che alimentano l'omofobia; a quelli eretti contro le donne, che il Premier reputa ancora un oggetto a proprio uso e consumo; a quelli che sono eretti contro i diversamente abili, che con la nuova finanziaria non avranno più alcun sostentamento finanziario; a quelli eretti contro le verità sulle stragi di mafia; a quelli eretti contro noi Terroni; e a tanti altri che tendono sempre più ad aumentare. L’altra realtà che si vuole far finta di dimenticare è l’esistenza di un muro vero e proprio, eretto in Palestina da un governo non certo di Sinistra. La cosa più ridicola della seduta è che molti esponenti della maggioranza hanno votato quest’ordine del giorno pur non condividendolo (logicamente non ai microfoni) perché non appartiene alla propria storia, cultura e formazione politica. Pertanto se davvero vogliamo festeggiare una giornata della Libertà dai totalitarismi, dobbiamo essere contrari non solo a quelli riconducibili alla nostra avversa parte politica, ma anche quelli che ci sono vicini e soprattutto dobbiamo contribuire a eliminare tutti quei muri invisibili che sono delle realtà più spregevoli, più subdole, più alienanti di un totalitarismo. Ninni Inchingolo (Capogruppo Sinistra Ecologia Libertà) Michele Lorusso (Sinistra Ecologia Libertà – Andria)

martedì 20 luglio 2010

Riflessioni su Falcone e Borsellino


Il 19 Luglio del 1992, dopo circa un mese dall’uccisione a Capaci del giudice Giovanni Falcone,  Paolo Borsellino si recò insieme alla sua scorta in via D'Amelio, dove viveva sua madre e una Fiat 126 parcheggiata nei pressi dell'abitazione della madre con circa 100 kg di tritolo a bordo, esplose al passaggio del giudice, uccidendo oltre a Paolo Borsellino anche i cinque agenti di scorta.

Due nomi a testimonianza di una tragedia che ha colpito tutti, un intero popolo.

Le vicende di Falcone e Borsellino e della lotta alla Mafia sono state raccontate in tutta Italia, perché sono storie di persone che per la loro altezza e per il fascino hanno saputo catturare, e catturano tutt’ora, la maggior parte degli italiani. Non si può ridurre ciò di cui parlo solo a una questione di giustizia o lotta locale alla Mafia: le vicende degli anni novanta riguardavano uomini e donne di tutto il paese, riguardavano la Mafia, lo Stato, la Chiesa e tantissime altre organizzazioni legali e non, insomma riguardavano il Paese, e quindi tutti noi.

Tutto questo ci dà modo oggi di riflettere su che cosa siamo e cosa saremo come paese: la questione della legalità e della giustizia sociale sono temi molto attuali. Non è difficile rendersi conto che a oggi le istituzioni sono pervase dall’illegalità, alcuni partiti politici in parte vivono di sistemi e di “regole” basate sulla corruzione. L’opinione pubblica se ne rende conto e, infatti, una dolce lamentela da più di vent’anni grida contro la classe politica vendetta, delegittimandola ogni giorno, erodendola come il mare fa con gli scogli. Dico questo lontanissimo dal qualunquismo.

Bisogna prendere atto della situazione: non si può continuare a sostenere che l’opinione pubblica è qualunquista come se fosse un problema dei cittadini, perché esiste un’innegabile distanza siderale tra questi e i suoi rappresentati e il qualunquismo è anche una forma di protesta di questi volta a denunciare tale distanza. Sono il primo a dire che il qualunquismo e l’indifferenza facciano male alla democrazia e sono il primo a combatterli, ma le istituzioni devono seriamente prendere atto delle proprie responsabilità e cambiare approccio. Credo che la crisi democratica che viviamo stia proprio qui, nella distanza descritta, e il principale cardine di questa crisi democratica sia proprio la questione della legalità. Perciò ad oggi sento una forte spinta dei cittadini ad aggrapparsi a chi rappresenta la legalità, cioè figure come Falcone e Borsellino, i magistrati che oggi difendono lo Stato coraggiosamente, quei giornalisti che non si arrendono alle intimidazioni o all’autocensura, quei politici, che hanno fatto della legalità la bussola del proprio “gestire la cosa pubblica”. Ma sento anche una certa repulsione dovuta alla mancanza di fiducia nelle istituzioni che sono titolate a rappresentare la legalità, ma che siccome non sono abbastanza trasparenti (e forse neanche troppo legali) non riescono ad essere punti di riferimento in un’Italia allo sbando

Come fare per uscire dal caos che ci disorienta?

La soluzione sta nel fatto che tutti dovremmo capire che essere giusti è un valore in sé. Perché essere giusti è bello ed è di valore e perché ti rende libero. Così ogni volta che mi rendo conto di quanto sia difficile esserlo e di quanto sia diffusa l’ingiustizia nel nostro paese, non mi arrendo alla corruzione e all’indifferenza, perché so che la strada sulla quale sono è quella giusta e che è un onore percorrerla.

Pertanto è giusto ricordare personaggi che hanno lottato contro la mafia, pagando anche con la propria vita, perché un’Italia che non ricorda, non ha futuro.

sabato 10 luglio 2010

Campagna di ascolto mercato settimanale


Come promesso qualche settimana fa Sinistra Ecologia Libertà di Andria ha lanciato una campagna di ascolto su due problematiche che ormai sono al centro del dibattito politico cittadino, la questione del mercato settimanale e la recinzione della Villa Comunale.

La campagna è partita assieme a quella del Sindaco Giorgino, con una differenza molto evidente, perché mentre da una parte vi erano questi maestosi 6 x 3 che mostravano ai cittadini qualche stralcio del progetto (della vecchia Amministrazione) della Villa Comunale e indicavano un numero di telefono e un indirizzo e- mail cui far pervenire i propri pareri (campagna criticata dal sottoscritto qualche settimana fa), dall’altra c’eravamo noi armati di penna e calamaio che sottoponevamo dei quesiti ai concittadini andriesi sulle due problematiche.

I quesiti sono stati sottoposti a un totale di 800 cittadini (aventi diritto di voto) in maniera anonima e senza sapere la loro area di appartenenza politica, sia nella zona interessata dallo spostamento, sia in altri quartieri della Città.

Questi i risultati:

1)      Trova che sia più facile o più difficile muoversi tra le bancarelle?

Risp:   Più facile: 268 (34%);

Più difficile: 313 (39%);

Uguale 219 (27%);



2)      Lei è a favore dell’attuale ubicazione del Mercato Settimanale?

Risp:   Si 654 (82%);

No 146 (18%);



3)      Trova più facile o più difficile raggiungere quest’area del mercato?

Risp:   Più facile: 318 (40%);

Più difficile: 330 (41%);

Uguale 152 (19%);



4)      Secondo lei la recinzione è utile al fine di salvaguardare la villa comunale?

Risp:   Si 581 (73%);

No 219 (27%).

Dai risultati si evince che la maggioranza dei cittadini è favorevole all’attuale ubicazione del mercato, anche se una minima parte ritiene che sia difficile muoversi tra le bancarelle. Il risultato più clamoroso riguarda la recinzione della Villa Comunale che è reclamata dal 73% degli intervistati, cioè tutto il contrario di quanto è stato detto in questi giorni dall’Amministrazione.

Dopo questa campagna che è stata portata avanti a costo zero, speriamo che il Sindaco tenga conto di questi risultati, ma che soprattutto (per trasparenza) presenti i risultati e i costi della Sua campagna di ascolto.

In ultimo permettetemi di ringraziare tutti quei ragazzi che in maniera volontaria e gratuita hanno profuso la loro energia, che con queste temperature non è poca, per questa iniziativa.





           f.to Michele Lorusso

Sinistra Ecologia Libertà - Andria