Dal
1 marzo 2014 presso le 26 farmacie della nostra Città, e le 98 provinciali, non
è più possibile effettuare prenotazioni di prestazioni
diagnostico-terapeutiche.
Questa funzione di SERVIZIO PUBBLICO effettuata dalle
stesse farmacie affiancava la funzione del centro unico prenotazioni, il
cosiddetto CUP.
Il 12 marzo in un incontro tra
Asl Bat e Federfarma Bat è stato proposto un progetto di sperimentazione
gestionale che prevede un costo di euro 1,50 a carico della Asl (quindi del cittadino)
per ogni prenotazione effettuata in farmacia, fino a un tetto massimo di
250mila euro annui. Restano attive, allo stato attuale, le postazioni presenti
nelle parafarmacie delle Ipercoop di Andria e di Barletta dove è possibile
effettuare la prenotazione e la disdetta senza oneri aggiuntivi.
Il Decreto del Ministero Salute 8
luglio 2011, in Gazzetta Ufficiale 1° ottobre 2011, n. 229 (previsto dal
decreto legislativo 3 ottobre 2009, n. 153 che individua i nuovi servizi
erogati dalle farmacie nell'ambito del Servizio sanitario nazionale) disciplina
e rende omogenee le modalità di organizzazione del servizio CUP, già espletato
dalle farmacie in molte Regioni così come richiesto dalle Linee guida nazionali
sul Sistema CUP senza oneri per la finanza pubblica.
Tale situazione, nella nostra
comunità, ha prodotto un grandissimo disagio per i cittadini che non riescono a
prenotare esami. Nelle ultime 2 settimane si sono create file interminabili al
CUP di Via Potenza e soprattutto file improduttive, visto il numero limitato di
prenotazioni che il servizio CUP può effettuare.
In sostanza, si è registrato non
solo disagio, ma una interruzione di pubblico servizio, un gravissimo atto
verso i cittadini.
Alla base della scelta della
Federfarma di dare uno stop al servizio, vi erano motivazioni di tipo
economico, quali la spesa di toner o carta; la legge prevede però che lo stesso
venga erogato senza nessun costo od oneri aggiuntivi per la finanza pubblica.
Pertanto la proposta economica avanzata dalla direzione generale della Asl non
potrebbe avere alcun riscontro: privati e lobby non possono lucrare su un bene
primario, inviolabile e costituzionalmente garantito, quale il diritto alla
salute.
L'azione da mettere in campo deve
essere volta a provvedere al potenziamento, sia dal punto di vista di risorse
umane che di risorse tecnologiche, del servizio di prenotazioni offerto dalla
Asl, integrato con quello delle farmacie, così come previsto da decreto.