È
saputo e risaputo che i “migliori” atti di un’Amministrazione arrivano durante
determinati periodi dell’anno, quando la gente è “distratta” perché interessata
da altro. I periodi sono i giorni che precedono la settimana di ferragosto e
quelli che precedono le festività natalizie.
Ed
ecco che anche quest’anno arriva puntuale la deliberazione pre natalizia che,
se approvata, servirà a “regalare” un bell’impianto a biomasse alla nostra
Città.
Com’è
solito fare, il presidente del consiglio comunale convoca in fretta e furia la
conferenza dei capigruppo e a distanza di un paio di giorni, convoca il
consiglio comunale senza tener conto del fatto che un impianto del genere andrà
a incidere sul nostro futuro in maniera consistente e che quindi sarebbe stato
più opportuno approfondire e discutere con la Città di tale questione. Invece
no, c’è stata un’accelerazione davvero ingiustificata.
L’impianto
oggetto della proposta di deliberazione di consiglio è un impianto di 7,781Mw “alimentato da biomassa di tipo olio vegetale,
costituito prevalentemente da olio di colza”, localizzato in Contrada
Rivera.
Dopo
aver ricevuto tutti i pareri e le autorizzazioni che sono atti meramente TECNICI, ora tocca al consiglio
comunale esprimere una linea prettamente POLITICA,
cioè scegliere se far realizzare o meno quest’impianto. Il consiglio comunale
poteva (non era un obbligo) farlo in passato, ha deciso di non farlo (secondo
me sbagliando), però ora non possiamo relegare il dibattito a un rimpallo di
responsabilità politiche passate e presenti.
È
il momento di decidere e di non dividerci su un argomento così importante che
avrà ricadute nefaste sul nostro territorio, sulla nostra salute e sulla nostra
economia, solo per permettere a qualcuno di far quattrini.
Approfondendo
la questione con le carte, ci sono molte incongruenze e molte questioni non
affrontate. Se le affrontassimo tutte, cadremmo nel tecnicismo che annoia
molti, ma due questioni sono rilevanti, cioè quella riguardante la “filiera
corta” e quella riguardante le immissioni in atmosfera.
La
proposta di deliberazione pone una condizione, cioè che “l’impianto dovrà essere stabilmente alimentato da biomasse provenienti
almeno per il 40% del fabbisogno, da “filiera corta”, cioè ottenute in un
raggio di 70 km dall’impianto”. Una condizione che può essere rispettata
solo sulla carta perché, essendo l’impianto alimentato con olio di colza, non
mi risulta che nel giro di 70 km ci siano distese utili alla produzione del
combustile necessario per alimentare i motori dell’impianto. L’assenza di colture
nel giro di 70 km è anche riportata nel piano
di approvvigionamento della Mamo New Energy (la quale andrà a “colonizzare”
i Paesi dell’est per produrre e importare l’olio per “non essere invasivi verso il territorio circostante l’impianto”) e
nel parere dell’ufficio provinciale
agricoltura (dove si dice: “Rileva
ancor di più, la mancata dimostrazione dell’esistenza di una filiera Agro-
Energetica corta, utile all’evidenza della probabile disponibilità locale dell’olio
vegetale combustibile”). Come dire, l’azienda s’impegnerà sulla carta a
utilizzare il 40% di combustibile a filiera corta, ma nella realtà questo non
sarà possibile.
Che
senso ha approvare una deliberazione con tale condizione pur sapendo che nella
realtà quegli impegni non potranno mai essere mantenuti?
L’altra
questione riguarda le emissioni in atmosfera. Nel parere del comitato tecnico
provinciale per le materie ambientali del 24 Aprile 2012 è riportato: “poiché dallo studio delle ricadute basato
sui dati meteo relativi all’anno 2010 sono stati evidenziati alcuni superamenti
del parametro NOx che, potrebbero rientrare ponendo in essere gli accorgimenti
tecnici e impiantistici, si autorizza l’impianto … con le seguenti prescrizioni
… (e poi ci sono le prescrizioni)”. Come
sempre, gli studi sono fatti sull’impianto considerato singolarmente e non in maniera
complessiva e, lo stesso Assessore all’ambiente, nella riunione della quarta
commissione del 18 Dicembre, ha ammesso l’inesistenza di studi a tal proposito.
Come
si può approvare una cosa del genere non conoscendo quali possono essere gli
effetti delle emissioni in atmosfera dell’impianto non considerato
singolarmente?
È
corretto specificare che, in caso di bocciatura di tale odg, il consiglio non
esporrebbe l’ente ad alcun risarcimento danni da parte dell’azienda proponente.
Proprio
in questi giorni, il Sindaco e l’Assessore all’ambiente hanno incontrato alcuni
cittadini preoccupati per l’emergenza leucemie e cancro nella nostra Città,
assumendo impegni ben precisi. Impegni che sarebbero contraddetti se questa
deliberazione fosse approvata dal consiglio comunale.
Inoltre,
diverse associazioni (Andria Città Sana, Laboratorio di cultura politica, WWF, …)
hanno manifestato la propria contrarietà a questo impianto.
In
altre realtà, tali progetti sono stati bloccati grazie alla cittadinanza che ha
spronato le Istituzioni affinché le stesse bocciassero questi impianti.
Ecco
perché oggi è necessario essere in molti/e al consiglio comunale. Partecipiamo
in tanti/e, perché ci riguarda. Ci vediamo alle 16.00.
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Gazzetta del Mezzogiorno del 21 dicembre 2012 |