mercoledì 28 dicembre 2011

830 Sindaci vietano i botti di capodanno. Giorgino che farà?


Mancano pochi giorni alla notte di San Silvestro e molti, come da tradizione, “accorrono” ad acquistare i botti per dare il benvenuto al nuovo anno.

È cosa risaputa che i botti oltre a essere pericolosi per chi li fa brillare, arrecano disturbo e danneggiano le persone anziane, i cardiopatici, gli animali (vale la pena ricordare che provocano ogni anno la morte di 5000 animali tra i quali oltre 500 cani e altrettanti gatti oltre a uccellini, ecc…) e anche l’ambiente. Infatti, in questi giorni il CODACONS a Milano, ha chiesto di vietare i botti perché fanno aumentare il valore delle polveri sottili nell’aria, suggerimento che è stato accolto dal Sindaco Pisapia, il quale ha emanato un’ordinanza per vietarli.

Oltre a Pisapia, a oggi 830 comuni italiani hanno emesso ordinanze per vietare totalmente o parzialmente l’utilizzo dei botti. Anche il Sindaco di Bari, Michele Emiliano, su Facebook, ha sostenuto che “a furor di popolo (qui sono decine e decine le sollecitazioni) ho deciso di adottare l'ordinanza che vieta i botti di Capodanno al fine di tutelare la sicurezza delle persone e di altri esseri viventi. Domattina firmerò il provvedimento. E' chiaro che si tratta di un inizio e che i risultati probabilmente non saranno decisivi. Ma è evidente che Bari deve e può fare quest’ ulteriore salto di civiltà“.

Bene hanno fatto Pisapia, Emiliano e gli altri Sindaci che hanno vietato questa tradizione abbastanza infantile, che porta solo danni e che potrebbe essere sostituita con festeggiamenti meno “esplosivi”.

Il Sindaco di Andria, Nicola Giorgino, ha intenzione di accodarsi ai circa 830 Sindaci che hanno vietato i botti di capodanno?

Speriamo di sì.

Michele Lorusso
Co-coordinatore Sinistra Ecologia Libertà Andria




venerdì 23 dicembre 2011

Intervista sul Forum Città di Giovani su Teledehon

La mia intervista sul Forum Città di Giovani (dal minuto 11:14)

martedì 20 dicembre 2011

Sul forum Città di Giovani

Dopo aver appreso dalla stampa della convocazione per il 29 dicembre prossimo, alle ore 15.30, dell’assemblea del FORUM CITTA’ DI GIOVANI, da parte del commissario,Dott. Civita Flavio, non nascondiamo una certa soddisfazione per la ripresa dei lavori, voluta non solo dall’Assessore ma anche da alcuni componenti della quarta commissione (Inchingolo, Porziotta), di quello che riteniamo uno strumento e uno spazio fondamentale per i giovani andriesi.Soddisfazione sì per un contenitore di giovani idee che finalmente possa esprimere e rappresentare la voglia di partecipazione alla vita “amministrativa” della propria Città.Prima della partecipazione, c’è il vincolo al rispetto dello statuto che in questo caso è stato eluso perché non c’è un lasso di tempo pari a 24 ore tra la prima e seconda convocazione dell’Assemblea (così come previsto dallo Statuto all’Art. 10 : “la seconda convocazione deve aver luogo almeno 24 ore dopo la prima”) in quanto per il 29 Dicembre è prevista la prima convocazione alle 15,30 e la seconda alle 16,30. L’assemblea del 29, quindi, non potrà procedere all’elezione degli organi direttivi perché invalida. Per questo motivo chiediamo al commissario, di sfruttare tale data per un’assemblea pubblica dove rendere pubblico e trasparente il percorso che s’ intende seguire e condividere tale decisione con l’Assemblea del forum, come da nostra proposta fatta qualche settimana addietro alla quale non è stata data nessuna risposta.Bisognerà quindi (ri)convocare l’Assemblea per le elezioni ad altra data che sarà l’Assemblea a decidere, però nel frattempo, proprio perché ci si appresta ad un nuovo inizio, a 2 anni dalla nascita del FORUM, e dopo 2 anni di sospensione, chiediamo che vengano attivati tutti gli strumenti necessari per permettere a una grande fetta di giovani di conoscere il Forum per una partecipazione costante e cosciente allo stesso, avendo come obiettivo principale non solo la partecipazione all’Assemblea elettiva ma la partecipazione costante allo stesso per permettere ai giovani di riappropriarsi di alcuni spazi che gli appartengono.

Alberi di Natale


Natale è arrivato e per festeggiare questa ricorrenza molti di noi addobbano l’albero di Natale. Puoi trovarlo negli esercizi commerciali, nelle abitazioni private ma anche per strada. Durante questo periodo, numerosi sono gli appelli degli ambientalisti che invitano la gente a utilizzare pini finti, perché questo potrebbe essere riutilizzato per gli anni successivi e soprattutto perché si evita l’abbandono considerevole di pini veri che molti, finite le festività, non sanno dove mettere. L’Amministrazione comunale, che ormai sembra praticare l’ecologia della Domenica o della festività, ha pensato bene di piantare pini veri (in vasi collocati su Via Regina Margherita, Viale Crispi e Corso Cavour) addobbati con palle di carta che ricordano i 150 anni dell’Unità d’Italia. Mi vien da chiedere: tali pini rimarranno per tutto l’anno o saranno rimossi non appena finiscono le festività natalizie? E se saranno rimossi che fine faranno? Saranno ripiantati da qualche altra parte o andranno a finire nella frazione organica della raccolta differenziata? L’auspicio è che l’Amministrazione assuma l’impegno a ripiantare questi alberi, sottraendoli al triste destino loro riservato.

lunedì 19 dicembre 2011

Impianti pubblicitari abusivi


Più i giorni passano e più nella nostra Città si verifica uno strano fenomeno. Niente di paranormale, ma è tutto reale. Passeggiando per le strade della nostra Città, ci accorgiamo che quotidianamente spunta un nuovo impianto pubblicitario, che può andare dal piccolo totem al grande manifesto 6x3. In alcune zone, si è addirittura verificato che per ogni albero in meno, c’è un impianto pubblicitario in più.

Per questo pensiamo, che in Città il fenomeno degli impianti selvaggi sia poco controllato e stia sfuggendo di controllo all’Amministrazione comunale, che su questa problematica non proferisce parola.

Andria è dotata di un piano generale degli impianti pubblicitari e delle affissioni pubbliche, approvato con delibera di Consiglio Comunale n. 90 del 20.12.2005 e per verificare che gli impianti si stessero diffondendo secondo le disposizioni del regolamento, bisogna fare fede a questo piano.

Subito ci accorgiamo che ci sono delle incongruenze tra le disposizioni del piano e quello che vediamo in giro per strada, perché nel programma delle affissioni (allegato al piano) non troviamo molti degli impianti pubblicitari installati.

Oltre all’assenza di molti impianti dal piano, notiamo che molti di questi non sono muniti dell’apposita targhetta metallica indicante gli estremi dell’autorizzazione, così come previsto dall’art. 6. L’apposizione della targhetta è un obbligo del titolare dell’impianto e la mancata apposizione rappresenta un inadempimento degli obblighi del titolare che comporta l’annullamento dell’autorizzazione (Art.5 comma 2) con la conseguente rimozione dell’impianto. Come mai questi impianti continuano a sussistere sul territorio cittadino e i titolari continuano a percepire profitti nonostante gli impianti siano abusivi? È possibile che la Polizia municipale e l’Ufficio tecnico non si accorgano di tali inadempienze?

Poi ci accorgiamo anche che molti impianti sono stati posizionati, contravvenendo a quelle che sono le disposizioni del Codice della Strada e le stesse norme del regolamento che obbligano i titolari a installare gli impianti in allineamento con gli impianti della pubblica illuminazione e in modo che questi non costituiscano intralcio alla circolazione di persone invalide o con ridotta capacità motoria. La sanzione prevista per il mancato rispetto delle norme riguardanti l’ubicazione è la rimozione dell’impianto, però anche in questo caso non accade nulla. Come mai gli organi preposti al controllo non si accorgono di queste situazioni per niente rispettose della legge e che molte volte obbligano i diversamente abili a dover scendere dai marciapiedi e continuare il proprio percorso per strada?

Continuando la nostra piccola “indagine”, tra le categorie di mezzi pubblicitari temporanei autorizzabili, ci sono i cartelli temporanei e i totem che “potranno essere collocati lungo i marciapiedi pubblici di larghezza non inferiore a m.2,50 o nelle aree private di pertinenza dell’attività; non devono costituire intralcio o impedimento alla circolazione dei pedoni e delle persone con ridotta capacità motoria e devono essere posizionati in modo tale che la parte di marciapiede libera da manufatti sia di larghezza non inferiore a m.1,50.L’esposizione di tali mezzi pubblicitari è autorizzabile in quantità non superiore a tre di essi per la manifestazione a cui si riferiscono, unicamente durante il periodo di svolgimento della stessa, oltreché durante la settimana precedente e le ventiquattr’ore successive, comunque per un massimo di quindici giorni complessivi”. (Art. 9). L’installazione è “consentita per finalità volte “alla pubblicizzazione di manifestazioni artistiche, culturali, sportive, politiche e ricreative patrocinate da Enti pubblici, morali, Associazioni culturali, sportive, politiche e ricreative, nonché alla pubblicizzazione di manifestazioni commerciali (Art.9). I totem che da qualche tempo invadono la nostra Città, in misura superiore a quelli autorizzabili, di certo non pubblicizzano alcuna delle manifestazioni pocanzi descritte. Come mai, tali totem che sono stati posizionati con eclatante contravvenzione delle norme regolamentari, non sono rimossi?

Inoltre, se tali impianti sono abusivi, i proprietari non sono in regola con le dovute tasse e per questo si va a danneggiare l’impresa che è in regola e che in questo momento fa enormi sforzi per sopravvivere.


Il silenzio, da parte di tutti, su questo argomento è davvero preoccupante e a pensar male, potremmo dire che è un “silenzio connivente” che nella nostra Città sta prendendo sempre più piede.

È necessario ripristinare il rispetto della legalità sulla questione degli impianti pubblicitari perché la situazione sta diventando davvero insostenibile (in tutti i sensi).

Siamo ormai sotto Natale e vogliamo che l’Amministrazione faccia un bel regalo alla Città, chiediamo che assuma PUBBLICAMENTE l’impegno a ripristinare la legalità e a elaborare un vero e proprio piano di rimozione degli impianti abusivi.



f.to I coordinatori di Sinistra Ecologia Libertà - Andria

             Michele Lorusso

lunedì 12 dicembre 2011

Sul nuovo ospedale


Due conferenze dei Sindaci della Bat, tenutesi rispettivamente il 21 settembre e il 14 Novembre, hanno deciso di non decidere, sull’ubicazione del nuovo ospedale che deve sorgere in agro di Andria.

Alla vigilia della prima conferenza, come partiti di opposizione, sollecitavamo la conferenza dei Sindaci ad assumere una decisione in merito, perché “Una classe dirigente seria deve assumersi le proprie responsabilità per governare le vicende del territorio”.  A nulla è servito il nostro appello, poiché c’è stata un’altra conferenza che è terminata con una fumata nera.

Perché la conferenza dei Sindaci non riesce a trovare la quadra sull’ubicazione del nuovo ospedale, nonostante la stessa è a maggioranza di centrodestra?

Secondo noi, la decisione non è stata assunta per due motivi. Il primo sono le elezioni amministrative del 2012 che interesseranno le Città di Canosa e di Trani e quindi non si decide perché si temono le ricadute, in termini di consenso, che una decisione avrebbe potuto provocare. Il secondo motivo, è dettato sempre da ragioni politiche (con la p minuscola), dovute alle spaccature interne al centrodestra cittadino (che vede schierati su fronti opposti le due massime cariche cittadine) e provinciale. Ancora una volta, si sta giocando una lotta politica sulla pelle e sulla salute delle persone che, a causa del continuo rinvio, potrebbe veder svanire la possibilità di aver un nuovo ospedale perché si perderebbero i fondi a ciò destinati.

Le diatribe interne non ci interessano e pensiamo che sia davvero desolante che ci si stia attardando sulla decisione solo per questioni politiche di basso borgo.

Siccome riteniamo rappresentare una classe dirigente seria e responsabile, vogliamo rendere pubblica la nostra posizione. Non possiamo e non dobbiamo perdere questo treno, che rappresenta una vera e propria possibilità di crescita e di miglioramento dei servizi sanitari per il nostro territorio.

Secondo noi, il primo criterio da seguire deve essere quello dell’ individuazione di un’area di proprietà pubblica. Scelta dettata dal fatto che in periodi di magra, come quello che stiamo attraversando, non possiamo permetterci di sperperare danaro pubblico per gli espropri e inoltre non dobbiamo porgere il fianco a chi potrebbe speculare sulla compravendita dei suoli.

Se le eventuali aree pubbliche fossero interessate da condizionamenti oggettivi devono essere dimostrate le soluzioni possibili per la loro mitigazione, affinchè sia ben chiaro a tutti il rapporto costro-benefici.

Se, in ultimo, dalla precedente valutazione si dovesse evincere con estrema chiarezza l’impossibilità (a vario titolo) di poter ricorrere a qualsivoglia area pubblica, si dovrà procedere all’individuazione di suoli privati che non siamo sottoposti ad alcun vincolo, la cui individuazione dovrà avvenire mediante avviso pubblico.   A tal proposito, ci é giunta voce che sarebbero state già individuate 2 possibili aree private,senza vincoli, compatibili con l'estensione necessaria e la centralità rispetto ai comuni di Andria(il più vicino in entrambe)ed i comuni di Corato-Trani e Canosa di Puglia. Se questo corrisponde a verità, il Sindaco e la conferenza dei Sindaci, cosa o chi aspettano per rendere pubbliche tali proposte?

Il secondo criterio, riguarda il bacino di utenza che l’ospedale dovrebbe servire. Poiché l’ospedale previsto dovrebbe avere una capienza di 350/400 posti letto, il bacino di utenza da prendere in considerazione è costituito da circa 250.000 persone. Tale bacino deve considerare la popolazione non solo della Bat, ma anche di province limitrofe, perché la programmazione dei nuovi ospedali è avvenuta a livello regionale e tale programmazione tiene conto non dei limiti territoriali delle singole asl o province, ma tiene in considerazione il numero di abitanti e la vocazione del presidio ospedaliero. Quello in questione dovrebbe essere polo dell’urgenza- emergenza.

Altro criterio da tenere in considerazione, è la facilità di raggiungimento da parte dell’utente e dei mezzi di soccorso. Prima di parlare di “facilità di raggiungimento”, è necessario un vero e proprio cambiamento culturale del modo di concepire quelle che devono essere le funzioni assolte dall’ospedale. È necessario che si diffonda la cultura della deospedalizzazione, che consideri l’ospedale come extrema ratio. La maggior parte delle funzioni che oggi sono svolte dall’ospedale, devono essere assolte da una capillare rete di strutture territoriali (le cosiddette case della salute).L’attuale ospedale Bonomo, per il quale esiste il vincolo di donazione da parte della famiglia Bonomo per il padiglione ex-Pediatria primo nucleo di costruzione, dovrà svolgere proprio questa funzione, cioè dovrà dare risposta alle necessità di diagnosi e cura, eccetto le urgenze. Quindi, portare l’ospedale fuori dal centro cittadino, non significa che l’utente per un semplice prelievo o per una radiografia deve recarsi presso il nuovo ospedale, ma continuerà a recarsi presso l’attuale struttura ospedaliera (di cui bisognerà conservare l’attuale parte dedicata ai servizi, Radiologia, Laboratorio di analisi, ecc…) che con gli specialisti ambulatoriali e una maggiore integrazione con i medici di famiglia, servirà a offrire migliori servizi territoriali di base, con una conseguente riduzione dei tempi di attesa. Per l’andriese che avrà necessità di raggiungere l’ospedale per le urgenze, non cambierà nulla, perché ci sarà la postazione del 118, locata nella stessa struttura, che provvederà a trasferire l’utente.

È arrivato il momento di decidere, sia perché rischiamo di perdere i fondi necessari per il nuovo ospedale, sia perché rimandando ulteriormente la decisione, i 56 mesi (dalla data di individuazione dell’area) che dovranno decorrere, nella ipotesi più veloce, per vedere realizzato il nuovo ospedale, non partiranno mai.

È necessario un atto di responsabilità da parte della Conferenza dei Sindaci, che speriamo possa assumere una decisione definitiva nel minor tempo possibile, da indirizzare alla Regione e alla Asl Bat.



f.to I coordinatori di Sinistra Ecologia Libertà - Andria

             Michele Lorusso


venerdì 9 dicembre 2011

Assestamento bilancio 2011


Mentre Monti taglia la rappresentanza democratica nelle Istituzioni provinciali, nella Città di Andria, si potrebbe pensare di eliminare completamente il Consiglio comunale e procedere con la sola Giunta, come ormai da circa 20 mesi fa l’Amministrazione Giorgino. La “inutilità” del Consiglio si è manifestata l’ultima volta, con l’approvazione dell’assestamento di bilancio. Strumento questo che è abusato dall’attuale Giunta, che, di fatto, si sostituisce al Consiglio, perché a quest’ultimo viene chiesto solo di  ratificare la delibera di assestamento, senza alcuna possibilità di discussione della stessa. Un modus operandi che forse è utilizzato perché, viste le rotture interne, è più facile mettere d’accordo dieci teste che non ventisette.

L’assessore De Feo, subito dopo l’approvazione dell’assestamento ha dichiarato: “la spesa sociale verrà rimpinguata di ulteriori 665.000 euro appostati per il fitto casa annualità 2011. Su questo stesso fronte si registrano anche i 121.000 euro dello stanziamento regionale utile alla terza annualità della Prima Dote e gli altri 250.000 euro destinati al fondo globale socio-assistenziale per il Piano Sociale di Zona 2011-2012”, avremmo preferito che l’Assessore specificasse che i 250.000,00 euro e i 665.000,00 sono sempre fondi che sono trasferiti dalla Regione al Comune. Questo dimostra che l’Amministrazione non ha appostato nessuna importante cifra per il settore sociale, anzi ha tagliato 90.000,00 euro per il personali degli asili nido, scuole materne, ecc… e c’è stata una riduzione di 2.500,00 del contributo provinciale per il trasporto dei disabili delle scuole superiori. Per restare in tema di scuola, l’Amministrazione si è concessa il lusso di appostare 40.000 euro per il protocollo d'intesa destinato a rendere possibile l'insediamento, nella Bat, dell’Università 'Jean Monnet'. Era proprio necessario stanziare tale cifra per un’università privata, quando nella nostra Città molte scuole pubbliche sono in condizioni precarie? Questo dimostra, ancora una volta, che è in atto un processo di demolizione della scuola pubblica a vantaggio di quella privata.

A questi incrementi, resi possibili dai trasferimenti della Regione, sono state sottratte circa 58.000,00 euro per l’acquisto di materie prime per la Polizia Municipale e 65.000,00 euro di trasferimenti allo Stadio degli Ulivi, Palazzetto e altri impianti.

Ovviamente a fronte di questi “tagli” ci sono stati incrementi in diversi settori. In primis, siccome l’Amministrazione è molto attenta alla promozione della cultura (dell’intrattenimento) nella nostra Città, c’è stato un aumento di contributi di 150.000,00 euro e 69.000,000 euro per i servizi. Poi c’è stato un incremento di 31.000,00 euro per prestazioni di servizi al settore “urbanistica” e poi c’è stata una svista agli incarichi professionali esterni dell’ufficio tecnico, perché prima è prevista una variazione in diminuzione di 70.000,00 euro, poi una variazione in aumento di 70.000,00 euro.

Se la spesa sociale nella nostra Città è aumentata, caro Sindaco e caro Assessore, di certo non è grazie agli sforzi fatti dalla vostra Amministrazione, ma è grazie alla Regione che continua, anche in periodi di crisi, a investire ingenti somme in questo capitolo di spesa.

Infine, per quanto riguarda il tema della partecipazione, invitiamo il Sindaco a essere più coerente, perché abbiamo notato che, quando è in pubblico, indossa le vesti di una persona aperta al dialogo e favorevolissima alla partecipazione, invece quando è nel Palazzo, si dimentica delle parole dette fuori adottando comportamenti che cozzano con la partecipazione. L’esautorazione dei poteri del Consiglio, ne è la dimostrazione.



f.to I coordinatori di Sinistra Ecologia Libertà - Andria

             Michele Lorusso

venerdì 4 novembre 2011

Cercatori della verità


Dal 15 al 30 Ottobre alcuni “illustri esponenti” della moda e della pece hanno sfilato nella nostra Città per cercare la “verità assoluta”, così com’è stata definita dal Sindaco alla conferenza di presentazione. Per organizzare questo meeting, che ha dato lustro (quale?) alla nostra Città, si è mossa un’importante macchina organizzativa che ha contribuito alla riuscita di questo evento. Ed è proprio sulla macchina organizzativa che vanno fatte alcune riflessioni.

Qualche giorno prima dell’inizio di tal evento, tutti abbiamo assistito all’invasione di sagome in polistirolo che servivano a pubblicizzare il meeting. Si può essere d’accordo con le nuove forme di pubblicità, purché si sviluppino nel rispetto delle norme, dell’ambiente e del decoro urbano.  Questo, però, sembra non essere accaduto, perché l’art. 32 del PIANO GENERALE DEGLI IMPIANTI PUBBLICITARI E DELLE PUBBLICHE AFFISSIONI, dispone: “In occasione di manifestazioni … culturali,…, da chiunque organizzate,… sono autorizzabili altre forme pubblicitarie da concordare con il Comune di Andria, il quale valuterà il progetto secondo le esigenze di rispetto ambientale e delle caratteristiche storiche ed urbanistiche degli edifici circostanti. Tali forme pubblicitarie sono autorizzabili unicamente durante il periodo di svolgimento della manifestazione a cui si riferiscono, oltreché durante la settimana precedente e le ventiquattr’ore successive. In ogni caso non possono essere affissi utilizzando i pali della pubblica illuminazione, gli alberi nonché i pali della segnaletica stradale”.



Il mancato rispetto del suddetto piano è evidente. Adesso vien da pensare o che l’Amministrazione abbia autorizzato (contravvenendo alle disposizioni del piano) tale pubblicità, oppure che i vigili urbani non si siano accorti di questa invasione, visto che ad oggi non sono state rimosse le sagome e non risulta essere in corso nessun procedimento sanzionatorio. Vogliamo sapere la verità, perché da un lato non è giusto che la collettività si accolli le spese per la pulizia e dall’atro chi risarcirà il danno all’immagine della Città?



Inoltre, con DETERMINAZIONE DIRIGENZIALE N° 3661 del 11/10/2011 è stata impegnata, la somma di € 10.000,00 a favore dell'Associazione Culturale “La Corte Sveva” quale contributo per le spese di organizzazione e realizzazione del meeting; sempre nella determinazione di legge:  la liquidazione della somma di cui al punto 1) sarà disposta con successiva determinazione dirigenziale a seguito di presentazione di rendiconto delle spese sostenute, supportate da documentazione fiscalmente valida, e previa verifica della regolarità fiscale, presso la competente Agenzia delle Entrate”.



L’auspicio è che prima di procedere alla liquidazione, si controlli in maniera approfondita, la regolarità fiscale di TUTTE le spese, perché un’Amministrazione pubblica deve controllare, in maniera oculata, come sono spesi i soldi pubblici.



L’Amministrazione deve delle risposte alla Città e speriamo che non faccia come la Mendez, che non sapendo cosa dire, voleva inscenare una sfilata, oppure come la contessa De Blanck, che non sapendo di cosa parlare, ci ha tediato con i drammi della sua morte.





f.to Il co-coordinatore di Sinistra Ecologia Libertà - Andria

             Michele Lorusso

venerdì 21 ottobre 2011

Richiesta convocazione Consiglio comunale discarica Ekobat


Nella sesta provincia pugliese, un altro tassello, di un progetto complessivo di inquinamento del nostro territorio, sta per essere apposto. Questo tassello riguarda la discarica che la Ekobat propone in agro di Trani, ad una distanza di 3,5 chilometri dalle città di Trani e di Andria.

Pochi sanno di questo progetto e nessuno ne parla, soprattutto la politica locale che sembra essere interessata a dibattere, con il metodo della contrapposizione a prescindere, su questioni futili e poco interessata e attenta a discutere di questioni che riguardano l’intera Città, a prescindere dal colore politico che può caratterizzare ciascuno di noi.

L’ecologia è parte della “ragione sociale” di SEL e per questo motivo, come abbiamo già fatto in passato, ci opporremo con forza a tutte quelle azioni volte a mettere in pericolo la nostra salute, la salubrità del nostro ambiente e del nostro territorio.

Noi pensiamo che la Città di Andria debba esprimersi su questa vicenda, perché anche se la discarica è prevista in agro di Trani, avrà comunque ricadute sulle città limitrofe, quindi, a giorni, presenteremo una richiesta di convocazione monotematica del Consiglio, dopo aver raccolto il numero di sottoscrizioni dei consiglieri comunali necessarie per far ciò.
Di seguito il testo della richiesta:

VISTO
-          l’art. 19 dello statuto comunale;
-          l’art. 19 del regolamento per il funzionamento del Consiglio comunale approvato con delibera di Consiglio comunale del n. 28/2001 e modificata con delibera di Consiglio comunale n. 46/2003.
PREMESSO CHE:
-          l’art. 5 del DPR 12 Aprile 1996 (Atto di indirizzo e coordinamento per l'attuazione dall'art. 40 comma 1, della legge n. 146/1994) concernente disposizioni in materia di valutazione di impatto ambientale, dispone che l’ Autorità competente (in questo caso  la Provincia B.A.T.) per l’istruttoria del progetto soggetto alla V.I.A. trasmetta ai “Comuni interessati”, copia della documentazione del progetto, in sostituzione del soggetto proponente;

-          recenti pronunce giurisprudenziali (cfr. TAR Sicilia,Catania,Sez. I, 24 novembre 2008, n. 2241) hanno considerato che la nozione di “comuni interessati” chiamati a pronunciare il proprio parere sul progetto, non può essere rapportata ad un criterio meramente territoriale;

-          il Consiglio di Stato, (cfr Consiglio di Stato,V,17maggio 2005, n. 2460) ha stabilito che il bene ambiente, nella sua oggettività, non è riconducibile alla delimitazione amministrativa delle competenze degli Enti locali, ben potendo essere oggetto di interessi molteplici e concorrenti di più Enti locali, a seconda delle esternalità del bene stesso;

-          una nozione più ampia di pubbliche amministrazioni, che include nel novero di quelle legittimate a partecipare al procedimento di VIA, non solo i comuni territorialmente interessati, ma anche quelli che sono comunque destinatari di possibili effetti o ricadute ambientali del progetto proposto alla suddetta VIA,si trova nella direttiva 85/337/CE il cui art. 1 comma 2 include nel “ pubblico interessato” gli enti che subiscono o possono subire gli effetti delle procedure decisionali in materia ambientale e dunque conferma, in maniera sistemica,che la nozione di “ Comuni interessati” va correlata non al territorio, ma alle concrete ricadute ambientali di un progetto sottoposto alla VIA.
CONSIDERATO CHE:
-          l’impianto è posto in agro di Trani, ad una distanza di 3,5 chilometri dalle città di Trani e di Andria;

-          in base alla nozione di “comuni interessati” anzidetta, la Città di Andria rientra tra i “comuni interessati” per le concrete ricadute ambientali di tale progetto;

-          Il sito oggetto del progetto di discarica proposto dalla EKOBAT srl è ubicato in un’area del territorio comunale di Trani contrassegnato dalla presenza di numerosi insediamenti industriali.
1) A ovest il sito della EKOBAT confina con la cava con annesso frantoio ed impianto di betonaggio della Unical.
2) A nord-ovest confina con analogo impianto industriale ( cava,frantoio ed impianto di betonaggio) del gruppo Matarrese. E’ da tenere in evidenza che sulla stessa area su cui sorge l’impianto produttivo del gruppo Matarrese nel 2010 è stato presentato un progetto da parte della GENERAL CEMENT PUGLIA, società appartenente allo stesso gruppo economico,per la realizzazione di un impianto per la produzione di cemento,con una potenzialità di 600.000 t/a.
3)A nord,il sito della EKOBAT confina con la discarica di rifiuti speciali della ECO ERRE srl, autorizzata ad una volumetria di 800.000 metri cubi. La discarica della ECO ERRE, attualmente non in esercizio, sorge sulle particelle 65 e 66 del Foglio di mappa 50 del Comune di Trani e cioè in un’area immediatamente contigua al sito della EKOBAT. La discarica della ECO ERRE è stata autorizzata all’esercizio dalla Delibera di Giunta dell’Amministrazione Provinciale di Bari n. 413 del 22/06/1999.
4) Sempre a nord,ad una distanza di circa 250 metri dal sito della EKOBAT,è ubicata la discarica di RSU dell’AMIU, al servizio del ATO BA/1,autorizzata all’esercizio con Determina del Dirigente dell’Ufficio Tutela dall’Inquinamento atmosferico IPPC –AIA n. 597 del 24/09/2008,attualmente in esercizio. La discarica AMIU è autorizzata allo smaltimento di rifiuti per una volumetria di 3.434.950 tonnellate. Alla data di rilascio dell’autorizzazione IPPC-AIA, nel settembre 2008,disponeva di una capacità residua di abbancamento pari a 2.080.876 tonnellate;

-          la discarica ECO ERRE di rifiuti speciali è ubicata tra la discarica di RSU dell’AMIU ed il sito del progetto di discarica della EKOBAT;

-          in data 26 gennaio 2011, il Consiglio comunale della Città di Andria, approvava un ordine del giorno con cui l’Amministrazione comunale “Esprime forte dissenso sull'ipotesi di insediamenti, anche da parte di Comuni contermini, che potrebbero determinare un nuovo carico di agenti inquinanti su questo territorio”;

-           se la proposta progettuale della EKOBAT venisse approvata e la discarica ECO ERRE entrasse in esercizio,si creerebbe un “ continuum ambientale” costituito dalle tre discariche che colliderebbe con l’indirizzo dato dal Consiglio comunale di Andria con l’approvazione della suddetta delibera (“… potrebbero determinare un nuovo carico di agenti inquinanti su questo territorio …”) .

Per quanto PREMESSO e CONSIDERATO, ed in virtù delle disposizioni di legge, i gruppi consiliari in calce
CHIEDONO
che sia convocato urgentemente ed in seduta monotematica il Consiglio Comunale per discutere del progetto.  oggetto della domanda di AIA coordinata alla VIA, proposto dalla EKOBAT s.r.l.


f.to I coordinatori di Sinistra Ecologia Libertà - Andria
             Michele Lorusso

giovedì 20 ottobre 2011

Civita e la sua inconcludenza


Non è nel nostro stile controbattere, però, dopo l’intervento del Coordinamento Andria Possibile sono necessarie alcune precisazioni.

Prima di tutto, non ci è piaciuto per niente il linguaggio utilizzato, che tende ad alimentare un clima (già teso) di odio nella nostra Città. Sinceramente ci saremmo aspettati un intervento più pacato da “dibattito politico” fra gente civile e non un linguaggio da “politica da stadio”. Linguaggio che evidenzia il nervosismo di Andria Possibile per la “tenuta” dell’unico Assessore presente in Giunta, Flavio Civita. Una preoccupazione dovuta a due “qualità” dell’Assessore Civita: il suo muoversi dormiente e la sua inconcludenza. Qualità che l’Assessore applica costantemente nella sua attività amministrativa. Citiamo alcuni esempi: Forum Città di giovani e Carta giovani.

Prima di entrare nel merito dei due esempi su citati, vogliamo puntualizzare alcune questioni sul 15° censimento della popolazione. Il Coordinamento Andria Possibile, sempre con un linguaggio “aulico”, ha sostenuto: “Forse avrebbero preferito che si nominassero gli amici degli amici?”. A parte il fatto che le modalità di scelta indicate nella domanda, non ci appartengono, ma appartengono all’Amministrazione che Andria Possibile sostiene, noi avevamo affermato che: “se da un lato possiamo ritenerci soddisfatti per le modalità di scelta dei rilevatori e delle rilevatrici, dall’altro esprimiamo pare negativo sui criteri di scelta”. Non mettevamo in discussione la modalità, bensì i criteri adottati, perché secondo noi sarebbe stato più equo ridistribuire i posti in egual misura tra diplomati e laureati. Prima di lanciare certe accuse, invitiamo Andria Possibile, a leggere attentamente le note che diffondiamo. Anche sui tempi, il Coordinamento Andria Possibile, ci ha dato ragione, perché mentre nelle altre Città avevano provveduto alla selezione, la Giunta, quindi anche l’Ass. Civita, ha adottato la delibera avente a oggetto: “15° Censimento Generale della Popolazione e delle Abitazioni – 2^Fase attuativa – Indirizzi” solo il 22 Settembre 2011 e poi è stata adottata conseguente D. D. n. 3480 del 23/09/2011. Il tutto è stato fatto in fretta e furia.

Dopo questa precisazione, veniamo ai due esempi che certificano l’inconcludenza dell’Ass. Civita, tanto difeso da Andria Possibile.

Forum Città di Giovani. Quest’organismo nacque con l’intento di avvicinare e di far partecipare i giovani alla vita “politica” e amministrativa della nostra Città. Al momento delle elezioni, di chi avrebbe dovuto gestire tale organismo, si decise di rinviarle perché ci accingevamo alla campagna elettorale delle amministrative del 2010. Eletta la nuova Amministrazione, che sembrava essere intenzionata a cassare tale progetto, nella quarta commissione consiliare (del 14 Ottobre 2010, del 8 Febbraio 2011) si decise di commissariare “provvisoriamente” tale organismo affinché si potesse procedere alla convocazione dell’Assemblea per l’elezione degli organi statutari. A oggi, nulla di tutto ciò è accaduto. Quali sono le motivazioni che hanno impedito il commissario (cioè Civita) a convocare l’Assemblea?

Carta Giovani. Questo strumento fu presentato come la panacea di tutti i problemi dei giovani andriesi, ma che fine ha fatto? Anche qui, data la “demagogia” della proposta, in Consiglio comunale, SEL espresse voto contrario, proponendo una “Carta giovani locale” che prevedeva convenzioni con librerie cittadine, sconti sul bike sharing e sul trasporto pubblico,sconti sulle diverse attività culturali, riduzioni del costo di internet, ecc… Cose di cui molti giovani andriesi hanno davvero bisogno.

Queste sono alcune delle progettualità, dell’Ass. Civita, rimaste inconcluse. Speriamo che la colpa non sia data ai dirigenti comunali, che ormai sembrano essere l’unica causa dell’inconcludenza di quest’Amministrazione.

E’inutile continuare ad addossare agli altri le proprie responsabilità e le proprie incapacità.

La gente è stanca delle tante promesse di “cambiamento” fatte e soprattutto è stanca della vostra “politica del torcicollo”. Siete stati eletti perché dovevate cambiare questa Città e non per star a fare, quotidianamente, paragoni con la passata Amministrazione.

Cambiate questa Città e se non ne siete capaci, fatevi da parte.
I coordinatori di SEL Andria
Michele Lorusso

giovedì 13 ottobre 2011

Censimento Istat


Il censimento Istat è cominciato e l’amministrazione della città di Andria tardivamente ha adottato provvedimenti per la messa a bando degli incarichi, seguendo sempre la stessa traccia: l’improvvisazione!

Mentre le altre Amministrazioni si accingevano nei mesi precedenti a indire l’avviso per la selezione dei rilevatori Istat, l’Amministrazione comunale andriese sembrava non essere interessata a tale modalità di scelta: infatti alla data del 12 luglio (giorno in cui come gruppo consiliare di Sel abbiamo presentato interrogazione) non aveva ancora attivato la procedura per la redazione del bando.

La data d’inizio delle rilevazioni così si è avvicinata e l’Amministrazione ancora a metà settembre non aveva assunto nessun provvedimento in tal senso; si è così arrivati a discutere l’interrogazione in Consiglio comunale con la quale chiedevamo: “Se l’Amministrazione comunale, intende affidare gli incarichi di rilevatore I.S.T.A.T. ai dipendenti comunali, oppure intende, attraverso un avviso pubblico, procedere alla formazione di una graduatoria per l’affidamento degli incarichi suddetti, favorendo i giovani”. L’Assessore Civita ci ha risposto che l’Amministrazione avrebbe indetto un avviso pubblico. Così, con Deliberazione della Giunta Comunale n. 252 del 22.09.2011 avente a oggetto: “15° Censimento Generale della Popolazione e delle Abitazioni – 2^Fase attuativa – Indirizzi” e della conseguente D. D. n. 3480 del 23/09/2011, l’Amministrazione ha proceduto a una selezione pubblica finalizzata alla formazione di una graduatoria per il conferimento di incarichi di coordinatore (n. 3) e rilevatore (n.70).

Attraverso la nostra interrogazione, si è ottenuto quindi questo piccolo risultato: una piccola battaglia condotta per salvaguardare il principio della TRASPARENZA, che dovrebbe pervadere il modus operandi di una Pubblica amministrazione.

Adesso andiamo al contenuto del bando : un avviso di selezione pubblica elaborato in un paio di giorni, pubblicato il 24 Settembre e che prevedeva come termine ultimo di presentazione delle candidature il 4 Ottobre.

A nostro avviso i criteri di selezione potevano essere meglio elaborati, se l’Amministrazione avesse proceduto per tempo. Si sarebbe potuto, ad esempio,adottare criteri “estensivi” garantendo un’equa redistribuzione dei posti tra laureati/e e diplomati/e e prevedendo nel bando il criterio del rispetto della parità di genere.

Niente di tutto questo è stato fatto: l’inserimento di ulteriori criteri di scelta, avrebbe prolungato i tempi di elaborazione delle candidature, cosa che quest’Amministrazione non poteva permettersi visti i tempi e le scadenze che bisognava rispettare.

Usare come discrimine il titolo di studio non sempre è garanzia di professionalità e, inoltre, visti i tempi che corrono, sarebbe stata una previsione democratica quella di estendere i criteri di selezione includendo anche coloro che non hanno un titolo di studio universitario.

Su questa vicenda, se da un lato possiamo ritenerci soddisfatti per le modalità di scelta dei rilevatori e delle rilevatrici, dall’altro esprimiamo pare negativo sui criteri di scelta.

Con l’auspicio, che in futuro, l’Amministrazione si muova per tempo e proceda all’elaborazione di avvisi più equi e giusti, auguriamo buon lavoro a tutti e tutte coloro che sono stati/e selezionati/e.



f.to I coordinatori di Sinistra Ecologia Libertà - Andria

             Michele Lorusso


venerdì 23 settembre 2011

Aumento Iva


I primi effetti della manovra economica cominciano a farsi sentire.

Tra le varie misure, che di certo non servono a far crescere il nostro paese, vi è l’aumento dell’iva, dal 20% si passa al 21%. Aumento che è stato imposto su tutti i beni, tranne che su quelli di prima necessità.

Ebbene, da qualche giorno, i commercianti hanno cominciato le operazioni di adeguamento dei prezzi che, all’occhio di qualche attento consumatore, non corrisponde all’aumento dell’1% dell’iva.

Molti commercianti, all’insaputa del consumatore, hanno aumentato i prezzi dei beni, andando ben oltre la percentuale di aumento prevista dalla manovra. Ciò è stato già dimostrato dai primi studi, condotti dall’ Osservatorio Nazionale Federconsumatori, dai quali si evince che il prezzo di alcuni beni è aumentato del 4% - 5%.

La nostra Città, non sembra essere estranea a questi episodi “truffaldini”. Da qualche giorno, ci sono giunte segnalazioni, da parte dei nostri concittadini, di aumenti sproporzionati dei prezzi. Addirittura qualche commerciante esponeva i vecchi prezzi e alla cassa ti calcolava l’aumento previsto dalla manovra, che andava ben oltre l’1%.

A parte questi gravi episodi, altri commercianti caricano il prezzo dell’aumento senza neanche rilasciare lo scontrino. Come dire, oltre al danno anche la beffa.

Non si può andare avanti così. È necessario che comincino tutti a pagare le tasse e per raggiungere questo obiettivo, uno degli strumenti è la “lotta all’evasione”.  Per questo chiediamo a tutti gli andriesi di compiere due semplici gesti:

-          verificare se il rincaro è pari all’1% previsto dalla legge. Se così non fosse, bisogna denunciare il commerciante alle autorità competenti;

-          pretendere lo scontrino affinché le tasse, compreso il rincaro dell’1%, non vadano nelle tasche degli evasori, ma in quelle dello Stato. Anche in questo caso, chi si rifiuta di farlo deve essere denunciato alla Guardia di Finanza.

È giunto il momento di dire basta all’evasione e per curare questo cancro della nostra società, bastano questi piccoli gesti, compiuti da tutti quotidianamente.

Inoltre, accanto all’impegno di “denuncia” dei cittadini, chiediamo all’Amministrazione di porre in essere delle azioni volte a ridurre al minimo questo fenomeno.



f.to I coordinatori di Sinistra Ecologia Libertà - Andria

             Michele Lorusso


mercoledì 21 settembre 2011

SEL in bici


Uno dei pilastri fondamentali di SEL, è quello della promozione della mobilità sostenibile che deve rappresentare il modello di sviluppo delle nostre Città nei prossimi anni.

Ormai l’aria è diventata irrespirabile ed è diventata una delle fonti di malattie cancerogene per eccellenza, a causa dell’utilizzo eccessivo delle auto, anche per piccoli spostamenti. Continuare così, non si può e soprattutto non ci conviene. Ecco perché siamo convinti che le Amministrazioni locali, debbano investire nella promozione dell’utilizzo della bici, che deve diventare un mezzo di trasporto giornaliero e non un mezzo per la passeggiata domenicale. Ne guadagneremmo tutti in termini economici e soprattutto salutistici.

La bici come mezzo di trasporto di massa è alla base dell’evento “Puglia in Bici- 2011 – Sali in SEL - Per un movimento sostenibile”, organizzato dal Circolo “Giancarlo Siani” di Pulsano (TA). L’idea è semplice: promuovere il movimento sostenibile attraverso un’ iniziativa simbolica di uno o più ciclisti che nel giro di alcuni giorni, mediante uno spostamento a tappe, hanno coperto tutte le province pugliesi per dimostrare la possibilità di potersi muovere sul nostro territorio non solo con i mezzi motorizzati ma anche con sistemi alternativi.

L’iniziativa è stata anche uno strumento di partito per unire in un percorso “ideologico” i differenti Circoli in Puglia attraverso una partenza ed un arrivo simbolico da essi, ed un transito nei paesi interessati, tessendo legami tra tutti coloro che hanno aderito alla grande famiglia di Sinistra Ecologia e Libertà in Puglia.

Il circolo di SEL Andria, ha aderito alla suddetta iniziativa e Sabato scorso, presso il piazzale antistante la scuola Aldo Moro, ha accolto con entusiasmo la carovana. Durante la sosta, si è discusso delle diverse azioni da mettere in campo per promuovere l’utilizzo della bici come mezzo di trasporto e di critica alla “crisi” e ai modelli di consumo imperanti.

Questa iniziativa rappresenta un piccolo passo, di un lungo percorso, per disegnare la Città che vorremmo.

Nei giorni scorsi inoltre SEL Andria è stata impegnata a raccogliere le firme per il referendum per dire “no al porcellum”. Grande è stata la partecipazione della cittadinanza che non si è tirata indietro alla chiamata della Democrazia.

Prossimo appuntamento per il circolo cittadino sarà la manifestazione nazionale di SEL prevista per il 1 Ottobre a Roma in piazza Navona: “Ora tocca a noi – Tutti in piazza con l’Italia che vuole cambiare”. Una manifestazione finalizzata a fare il punto della situazione relativamente alla fase storica drammatica che l’Italia tutta sta attraversando, a sancire un passaggio storico di grande rilievo, a evitare che la crisi venga ulteriormente negata dai politici al potere, ad aiutare il popolo italiano a credere nella possibilità di un cambiamento radicale in cui non si cerchi di far quadrare i conti mettendo in ginocchio il paese bensì dandogli nuova linfa vitale.

A tal proposito, il circolo di Andria sta organizzando un pullman con partenza da Andria. Chiunque fosse interessato può dare la propria adesione chiamando al seguente cell: 3200381719 (Michele)
Il costo è di 15 euro a persona.

Vi aspettiamo

f.to I coordinatori di Sinistra Ecologia Libertà - Andria

             Michele Lorusso

martedì 13 settembre 2011

Officina San Domenico

Si inaugurano questa settimana due importanti luoghi d'incontro per i giovani, luoghi in cui gli stessi possono ritrovarsi per sperimentare nuove forme artistiche. E' il caso ultimo, quello del Comune di Barletta che proprio oggi, inaugura Gos – Giovani Open Space (Laboratorio Urbano del Comune di Barletta con gestione della Coop. Soc. Prometeo Onlus): esso sarà un centro polivalente e "multicolore" realizzato nell'ambito del Programma "Bollenti Spiriti" della Regione Puglia.

Un’Ex distilleria, un imponente esempio di architettura industriale pugliese dei primi del Novecento ridonata alla città e in particolare ai giovani; l’ambizione è quella di diventare punto di riferimento all’interno dell’area della sesta provincia rispetto agli spazi creativi dove i giovani possono incontrarsi e sperimentare nuove forme di arte e musica.

A Terlizzi invece domenica 18 settembre vi sarà l'apertura straordinaria con una anteprima degli spazi ristrutturati dell'ex macello comunale, dati in gestione al consorzio MAT, che a breve diventeranno laboratorio urbano di arte, cinema, musica, teatro, intercultura.
"Tutte queste iniziative - commentano Valentina Lomuscio e Michele Lorusso (SEL) - sono state proposte e realizzate nell’ambito del Programma Bollenti Spiriti della Regione Puglia. I numeri dei Laboratori Urbani: 165 Comuni coinvolti su tutto il territorio regionale, 132 fabbricati interessati da interventi, un investimento complessivo di oltre 50 milioni di Euro, 40 dei quali a carico della Regione Puglia. Si tratta della più importante operazione di infrastrutturazione materiale a servizio della creatività e del protagonismo giovanile mai varata da una regione italiana.

Forse non tutti sanno - proseguono i due coordinatori cittadini di Sinistra Ecologia e Libertà - che anche Andria si è candidata a realizzare il proprio Laboratorio Urbano che ha il nome di Officina San Domenico e di cui ormai non si sente più parlare. Oggi quindi, a distanza ormai di circa due anni dall’avvio dei lavori, ci chiediamo a che punto sia la realizzazione del progetto di Andria e quali sono i tempi di consegna.

L’Officina rappresenterebbe una opportunità di riscatto innanzitutto per il centro storico della nostra città che rivivrebbe di partecipazione giovanile ed inoltre si concretizzerebbe in una iniezione di fiducia che tanti giovani proverebbero nel sentirsi lo sguardo delle Istituzioni rivolto."