giovedì 27 giugno 2013

Cooperative sociali, se non hanno pane, che mangino brioche!

«Se non hanno pane, che mangino brioche!» disse Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena, riferendosi al popolo affamato, durante una rivolta dovuta alla mancanza di pane. Ed è proprio con quella frase che possiamo riassumere quello che è successo in Consiglio comunale Lunedì, a proposito delle cooperative sociali.

Ancora prima che cominciasse il Consiglio, più di un centinaio di persone, dipendenti delle cooperative che offrono servizi alla persona per conto del Comune, si era erano recate a Palazzo di Città, per manifestare il proprio stato di agitazione, dovuto alla mancanza di pagamenti da Agosto 2012. Inizialmente snobbati da tutti, dopo l’inizio del Consiglio, siccome la presenza di tante persone cominciava a essere ingombrante per un’Amministrazione attenta all’immagine, si decise di sospenderlo, per affrontare la questione, sulla base di un odg, presentato dal Pd, che ha creato solo confusione nella discussione, perché riferito alle sole scuole paritarie.

Un odg che sin dall’inizio non riportava alcuna data certa per i pagamenti e, nonostante le modifiche, per adattarlo alla situazione, è rimasto vago proprio nei termini dei pagamenti. Approvato dalla maggioranza, quell’odg non ha dato risposte certe a nessuno. L’impossibilità di poter fissare una data, secondo la maggioranza, era dovuta al fatto che le cooperative devono essere pagate con i trasferimenti derivanti dall’imu, secondo un ordine cronologico fissato per legge.

Il giorno dopo, nell’incontro (ottenuto sempre grazie alla manifestazione a Palazzo di Città) tra il Sindaco e una delegazione delle cooperative, la data c’è, cioè metà Luglio per i pagamenti dei debiti fino al 31 Dicembre 2012, smentendo di fatto quello che lo stesso Sindaco aveva detto la sera prima e quello che la sua maggioranza aveva riportato nell’odg approvato. È vero che in politica solo gli stupidi non cambiano idea, però cambiarla in un paio di ore, ci sembra davvero eccessivo.

Dopo l’incontro con il Sindaco, interviene anche l’On. Fucci esprimendo solidarietà alle cooperative e confermando che saranno pagate dal gettito Imu che sarà trasferito al Comune. Quell’ Onorevole, il cui stesso partito, in campagna elettorale aveva promesso la soppressione e il rimborso dell’Imu. Anche in questo caso, la coerenza politica dell’Onorevole Fucci sembra essere dote rara, se non inesistente.

Incoerenze di Sindaco, maggioranza e Onorevole a parte, c’è ancora un mistero che nessuno ha affrontato e su cui sarebbe opportuno far luce. Questo mistero si chiama “trasferimenti della Regione Puglia al Comune di Andria”, con cui si dovevano pagare i debiti delle cooperative. Che fine hanno fatto quei fondi? Il fatto che l’utilizzo di quei trasferimenti rappresenti un mistero è certificato dalla missiva, inviata (in data 12 Giugno 2013) dalla Dirigente del Servizio Programmazione Sociale e Integrazione SocioSanitaria Dott. Anna Candela al Sindaco e al responsabile dell’ufficio di piano dell’ambito territoriale, con la quale si chiede la rendicontazione degli stessi.

Insomma, pur avendo questi fondi una destinazione esclusiva, in termini di cassa e competenza, non si sa che fine abbiano fatto. Non vorremmo che per far quadrare i conti nel bilancio approvato, tali fondi siano stati destinato ad altro, commettendo gravi violazioni.

Oltre al mistero dei fondi regionali, l’Amministrazione tace anche su quello che è il futuro dei servizi offerti (di cui si fa vanto) dalle cooperative per conto del Comune e dei pagamenti a partire dal 1 gennaio 2013.


A tutte queste domande, vorremmo delle risposte CERTE e PUBBLICHE e non brioches, com’è stato fatto in Consiglio e nell’incontro con il Sindaco.








lunedì 24 giugno 2013

Cooperative che offrono servizi alla persona, non pagate dal Comune. Perché?

Servizio Domiciliare Anziani e Disabili (circa 330 persone assistite); servizio di Educativa Domiciliare Minori (circa 32 nuclei con piu di 100 persone assistite); servizio di Assistenza Scolastica Specialistica (circa 200 persone assistite); centri Sociali Polivalente per Diversamente Abili (circa 15 persone assistite); centro diurno minori (circa 10 persone assistite); centri famiglia (circa 220familie utenti con più di 250 incontri protetti); a cui vanno aggiunti anche altri due centri diurni minori, altri servizi come le comunità educative per minori, una casa accoglienza per ragazze madri, servizi che riguardano l’immigrazione.

Questi sono tutti servizi che rischiano di non essere più erogati dalle cooperative per conto del Comune di Andria, perché l’ente da Agosto 2012, nonostante ci siano stati trasferimenti dalla Regione Puglia, non paga il dovuto.

Oltre al pericolo che i servizi non siano più erogati, con un danno irreparabile a tutta la comunità, gli operatori che rischiano il proprio posto di lavoro, sono più di 150 unità.

Una vera e propria situazione di emergenza, e nonostante ciò, l’Amministrazione non da risposte certe, ma rifugge dalle proprie responsabilità.

            Per questo motivo, si è deciso di presentare un’interpellanza, per chiedere risposte chiare e certe su tale situazione.




Qui il testo dell'interpellanza: https://docs.google.com/file/d/0B0JIw3VAIEPcWWs3aDU0VjZmTzg/edit




mercoledì 19 giugno 2013

La fontana di Piazza Catuma è stata riparata. Finalmente.

Dopo le tante segnalazioni inviate agli uffici comunali competenti, la fontana di Piazza Catuma è stata riparata.
Finalmente.


Bene la zona pedonale in Via Regina Margherita, ma...

Dopo Viale Crispi, Via Regina Margherita diventa una zona pedonale (C.so Cavour è chiusa per cedimenti stradali). Finalmente una notizia buona, anche se la non definitività della scelta, è davvero preoccupante. Questo dimostra che manca la volontà politica di voler cambiare davvero questa Città e impedisce ai commercianti della strada di fare investimenti per le proprie attività.

Pur ritenendo la zona pedonale un’ “opera” condivisibile, questi interventi non possono essere fatti singolarmente e senza alcun coinvolgimento della Città, ma necessitano di una programmazione più complessiva e partecipata.

La scelta dell'avvio della zona pedonale ha di fatto portato a registrare, come ovvio che fosse, un incremento del traffico veicolare in particolari zone della città, concentrando così anche le emissioni di scarico.

Per la riuscita della zona pedonale, non basta solo posizionare qualche fioriera o realizzare la segnaletica orizzontale, ma è necessario incrementare anche gli altri servizi di mobilità sostenibile, che ad Andria sono inesistenti o fallimentari (park e ride, bike sharing, ecc…).


La Città ha atteso tre anni per quest’opportunità, ma l’improvvisazione e la fretta di tagliare nastri, porterà, a trasformarla in un problema. 




lunedì 17 giugno 2013

Sul randagismo in Città solo parole.

Giorni addietro, l’Oipa, ancora una volta, ha sollevato tutta una serie di problematiche riguardanti il randagismo e i nostri amici a quattro zampe.

Seguiamo da tempo la questione: infatti in una risposta a una nostra interpellanza, l’Assessore Lotito ci diceva che l’Amministrazione provvede in modo costante e continuo ad adottare tutti i provvedimenti mirati al controllo del fenomeno del randagismo.

Insomma, che si fa di tutto e bene, però stando ai fatti che si registrano, il tiro andrebbe corretto.

Innanzitutto, se si pensa di affrontare le questioni senza l’ascolto di chi opera sul territorio, come l’Oipa, è un grave errore cui l’Amministrazione dovrebbe porre riparo.

Sappiamo che il problema del randagismo è abbastanza complicato, però se non lo si affronta con politiche serie, tenderà sempre ad aumentare, rischiando di diventare una vera e propria emergenza. 

L’assenza di politiche volte ad affrontare la questione è certificata nella stessa interpellanza. 
Infatti, analizzando il numero delle sterilizzazioni effettuate (407 nel 2008; 449 nel 2009; 128 nel 2010; 81 nel 2011; 109 nel 2012) si evince che negli anni, ovvero dall’insediamento di quest’Amministrazione, sono diminuite, perché sono mancati gli investimenti e non certo perché le unità da sterilizzare sono diminuite. 

Oltre al decremento delle sterilizzazioni, rileviamo anche l’assenza di campagne di micro chippatura e l’acquisto della strumentazione, di cui dovrebbe essere dotata la Polizia Municipale, adatta per le rilevazioni. 

L’altra questione riguarda l’assenza di una seria promozione di campagne di adozione. Non si può certo pensare di promuovere le adozioni solo con un banner sul sito del Comune. In molti casi è capitato che dall’atto dell’adozione alla presa in carico dell’animale, per la sterilizzazione, sono trascorsi mesi, e molti hanno preferito andare ad adottare altrove.

A queste gravi inadempienze, bisogna aggiungere anche l’assenza di campagne di vaccinazioni comunali. A fronte di tutti questi problemi, purtroppo le politiche di adozione ne risentono profondamente.

Inoltre, ci risulta che il Comune abbia vinto un bando regionale, di circa 10.000 euro, per le sterilizzazioni dei cani padronali e tali fondi non siano stati ancora utilizzati. Per quale motivo?

Poi c’è la questione canili: è stata indetta una gara (a che punto è?) per l’affidamento di tale servizio, per un numero di 450 unità canine. Anche in questo caso, si poteva fare una scelta diversa, per esempio, valutare la possibilità di prevedere un canile comunale, che di sicuro è più efficiente e trasparente, rispetto alla gestione privata (ovviamente con le dovute eccezioni).


Insomma, non va tutto bene come vogliono fari credere e se si continua a sottovalutare il problema e ad affrontarlo con leggerezza, ci ritroveremo in una situazione non più gestibile, con ricadute sulla sicurezza, l’incolumità pubblica, l’igiene e il decoro urbano.



venerdì 14 giugno 2013

Replica a Nino Marmo (Pdl) sull'ecotassa.

Ringraziamo il Presidente del Consiglio comunale, nonché Vice Presidente del Consiglio regionale, Nino Marmo per il tempo dedicatoci, raccontando mezze verità.
Come facciamo sempre, per cercare risposte, ci informiamo direttamente alla fonte, cioè dalle carte e da chi “vive” il ruolo istituzionale chiamato in causa.
A noi risulta che il Pdl ha sempre votato contro l’ecotassa, sia in commissione che in aula e quindi a favore del rinvio quando questo è stato proposto dall’Assessore Nicastro su richiesta dell’ANCI, presieduta dall’attuale senatore Perrone (Pdl), già sindaco di Corato. La rimodulazione dell’ecotassa in modo più stringente è stata una scelta dello stesso Nicastro, che Sel ha sostenuto in commissione (rinunciando perfino ad una propria proposta di legge) e votandola nella stessa ed in aula insieme al centrosinistra e con l’opposizione del Pdl. Poi, come detto, l’ANCI ha chiesto uno slittamento per non gravare sui Comuni, la maggior parte dei quali è fra i non virtuosi, e Nicastro e il Consiglio hanno acceduto.
A grandi linee ciò che, quindi, avevamo affermato noi nel precedente comunicato.
Nonostante ciò, la Regione ha previsto dei sistemi di premialità per i Comuni che avessero raggiunto le percentuali previste dalla legge. Infatti, Andria ha beneficiato di ben circa 900.000 euro che l’Amministrazione ha scelto di dare alla Sangalli per la raccolta porta a porta del vetro (noi avremmo fatto altro).
Tornando alla questione ecotassa, Marmo e Balducci hanno due pareri completamente diversi sul rinvio. Infatti, Marmo lo ritiene un provvedimento giusto (“tale giusta decisione, finalizzata ad evitare un ulteriore balzello a carico dei cittadini”), mentre Balducci non lo condivide (“Dobbiamo, però, in tal senso registrare che la Regione Puglia ha riconfermato l’ecotassa regionale anche per i comuni virtuosi, colpendo tutti indistintamente. Quindi un primo vantaggio economico oggi sfuma non per volere dell’Amministrazione ma per la miopia di Vendola”).

Dopo questa visione differente, resa pubblica, possiamo dire che la luna di miele è finita?

Primapagina del 14 Giugno 2013





Gazzetta del Mezzogiorno del 14 Giugno 2013






mercoledì 12 giugno 2013

Obiezione di coscienza e legge 194. Replica all'On. Fucci (Pdl)

La dichiarazione diffusa su quotidiani telematici locali dell’On.le Fucci tendono a raccontare un punto di vista che si vuole venga assunto come collettivo, come “pensiero unico” (così in voga ultimamente dalle nostre parti).

Nel merito della questione sollevata dall’On.le del Pdl, teniamo a fare chiarezza sul tema ed evitare quindi strumentalizzazioni e creazioni delle classiche barricate innalzate da coloro che si professano pro-vita.

La mozione in discussione alla Camera dei Deputati, che trova il pieno appoggio e proposta dei deputati di Sel e attualmente in fase di studio, chiede venga garantita in ogni struttura ospedaliera, pubblica o convenzionata, “un’adeguata presenza di personale medico non obiettore”. Tutt’altro quindi che “limitazione dell’obiezione di coscienza”.

In una recente indagine giornalistica diffusa è stato evidenziato come l’80% dei ginecologi sia obiettore di coscienza e tristemente si è tornato a parlare di “sommerso”: un salto indietro di circa trentanni che rischia di riportare il nostro Paese al periodo storico pre-194 in cui era altamente diffuso il fenomeno dell’aborto clandestino ; si parla attualmente di numeri che vanno dai 20.000 casi riscontrati a circa i 40.000 che invece rappresenterebbero la reale portata del fenomeno e a farne le spese sono spesso donne minorenni assolutamente non tutelate.

In un Paese che si reputi civile, il rispetto della libertà di scelta di ognuno, dell’obiezione come del ricorso all’aborto, deve armonizzarsi con la tutela dell’ interesse generale alla tutela della salute, in tutti i suoi aspetti, raggiungibile, questo, solo attraverso la piena applicazione della legge 194.

lunedì 10 giugno 2013

Replica al commissario Pdl sulla questione rifiuti.


se il commissario del Pdl avesse avuto un po' di onestà intellettuale e politica, avrebbe ammesso l'esistenza di criticità nella gestione della raccolta dei rifiuti e si sarebbe impegnato a risolverle. Invece ha preferito, ancora una volta, nascondere la polvere sotto il tappeto e tacciare di tuttologia chi, in maniera costruttiva, solleva problematiche che quotidianamente la nostra Città si trova ad affrontare.


Sull'ecotassa, invece di accusare Vendola, forse avrebbe dovuto chiedere ai suoi "compagni" di partito, che a livello regionale hanno votato a favore del rinvio per il 2014, mentre Sel si è opposta, perché rappresenta uno strumento importante per incentivare la raccolta differenziata. 

Sempre sull'ecotassa, come mai non ho memoria di epiche battaglie del commissario del Pdl, quando il suo Sindaco ha deciso che i profitti della vendita dei rifiuti andassero all'azienda e non al Comune per ridurre la tassa sui rifiuti?
Primapagina del 14 Giugno 2013


Gazzetta del Mezzogiorno del 14 Giugno 2013






giovedì 6 giugno 2013

Verde urbano, da Istanbul ad Andria.

Potrà sembrare strano , ma le proteste in atto a Istanbul sono nate per un progetto di cementificazione del Gezi Park ,secondo il quale è preventivato l’abbattimento di 600 alberi a favore di un centro commerciale.

Proteste che vedono da una parte chi difende i beni comuni (il verde) e dall’altra chi cerca di imporre l’interesse di pochi (il centro commerciale). Una battaglia che non ha a che fare solo con la tutela del verde, ma riguarda un tipo di sviluppo e la tutela di tutti i beni comuni. Ancora una volta, ad agire sono i giovani.

In qualche modo una cosa simile sta accadendo nella nostra Città. Non mi riferisco alle proteste, ma all’attacco continuo al bene comune “verde urbano”. Di certo, non si è raggiunto, per il momento, il numero di abbattimenti su citato. Però, se si dovesse continuare di questo passo, penso che lo supereremo a breve.

In questi anni, assistiamo a continui abbattimenti (molti ingiustificati), senza la sostituzione della pianta abbattuta e con la violazione del regolamento vigente.

In molti casi, si cementificano le aiuole, tipo “lupara bianca”,  perdendo completamente la speranza che gli alberi abbattuti possano essere sostituiti.

È accaduto in Via Achille Grandi (per far spazio al mercato settimanale), accade in diverse aiuole sparse qua e la per la Città, è accaduto anche in Via Ferrucci, dove ci sono stati dei lavori di sistemazione dei marciapiedi (erano stati promessi, per quella via, lavori di riqualificazione, con piste ciclabili, verde,ecc…). Il tutto è accaduto alla luce del sole, senza che nessuno dicesse nulla.

Eppure abbiamo numerose associazioni ambientaliste iscritte all’albo comunale. Che fine hanno fatto? E’ possibile che nessuno si sia accorto di tutto ciò? E su più di 100.000 abitanti, è mai possibile che nessuno abbia visto e abbia detto qualcosa? E i giovani dove sono?

Non pretendo che ci siano proteste come a Istanbul, però un cenno d’ indignazione di fronte a questo scempio sarebbe bastato.

Dopo la primavera araba, adesso arrivano i Turchi giovani (dei giovani turchi del Pd non ne parliamo proprio). E noi che aspettiamo?

Anche questi piccoli gesti sono il sinonimo di una società malata che pensa di far dei beni comuni quello che vuole.

Il verde urbano non può più essere concepito come semplice arredo, altrimenti le nostre città avranno sempre meno verde e più grigio. Dobbiamo evitare che ciò accada, perché ne và di mezzo il nostro futuro e la nostra speranza di avere città a misura d’uomo (anche a misura di bambino non sarebbe male).

Per questo, diventa necessaria la convocazione del “LABORATORIO CITTADINO PER IL VERDE” (inserito grazie a Sel durante l’approvazione delle modifiche al regolamento esistente), mai convocato dall’Assessore al ramo (il regolamento dispone: “viene convocato almeno una volta l’anno”).


Il verde urbano non è cosa vostra, ma è un bene comune della Città e come tale dev’essere gestito.


Istanbul. Un muro di libri a Taksim Gezi Park, contro la polizia.