giovedì 23 maggio 2013

Più investimenti nel centro anti violenza.


In questa settimana, la Commissione Esteri della Camera ha iniziato l'esame della proposta di legge di ratifica della Convenzione di Istanbul del Consiglio d'Europa per prevenire e contrastare la violenza domestica e sulle donne, già depositata all’avvio dell’attuale legislatura. Da più parti si è elevato un accorato appello all’assunzione di responsabilità da parte delle Istituzioni a contrasto del fenomeno del femminicidio, che sta interessando pesantemente il nostro Paese.

Ed è proprio dall’appello all’azione delle Istituzioni che vorremmo partire: è stato presentato a Bari l'avvio dell'iter che porterà alla realizzazione di una legge regionale contro il femminicidio. La consigliera per le Pari oppurtunità, Serenella Molendini ha ricordato come "in Puglia il contrasto alla violenza è stato forte: sono stati realizzati 18 centri antiviolenza e sei case rifugio". Ora però si rende necessario un provvedimento legislativo che vincoli tutti gli attori coinvolti a seguire la programmazione e le linee guida che la Regione Puglia ha cominciato a emanare dal 2007.

Il Piano Sociale Regionale affidava infatti alle Province il compito di realizzare, di concerto con gli ambiti territoriali, il Piano triennale degli Interventi Locali per la Prevenzione e il Contrasto della Violenza di Genere (PIL). Di qui deriva la competenza a livello provinciale nell’attuazione, grazie al cofinanziamento regionale, di tutti gli interventi necessari alla costituzione di due Centri provinciali Antiviolenza e una Casa Rifugio. Allo stato attuale, si è in fase di valutazione dei progetti presentati da un bando provinciale costituito allo scopo.

Nel nostro caso particolare, la Città di Andria ha visto sorgere il progetto del Cav (Centro Anti Violenza) Riscoprirsi; un progetto partito col bando di Principi Attivi della Regione Puglia. Oggi ci risulta che il centro si trova in una grave situazione determinata da mancanza di risorse e rischia la chiusura. Se ciò dovesse accadere, sarebbe un grave danno per la Città che si vedrebbe privata di un punto di riferimento per le donne vittime di violenza che vedono in quel centro l’unica speranza per denunciare le vessazioni subite e provare a tornare a vivere. In un periodo in cui i riflettori a livello nazionale sono stati accesi sul tema, bisognerebbe incrementare gli investimenti in tali progettualità.

A questo proposito, chiediamo all’amministrazione comunale di prendere l’impegno a fornire tutto l’aiuto possibile al Cav della nostra Città al fine di consentire che il servizio non cessi e non cali il silenzio, spesso complice delle violenze di genere.

Il periodo che si apre sarà inoltre quello conosciuto ai contribuenti come quello delle dichiarazioni; cogliamo quindi l’occasione per ricordare come si può dare il proprio contributo alle organizzazioni del no-profit attraverso il 5 per mille. Invitiamo pertanto i nostri concittadini a sostenere le organizzazioni del sociale che operano però nel contesto cittadino, così da poter sostenere i tanti progetti in campo meritevoli di aiuto e che oggi arrancano a causa dei tagli che hanno ridotto all’osso le risorse destinate al Welfare nel nostro Paese.



Incontro con l'On. Annalisa Pannarale (Sel) con i Cav della Bat

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